Ai microfoni di ‘SportWeek’, Maurizio Sarri ha rilasciato una lunga e interessante intervista. Ecco l’aneddoto curioso raccontato dal neo tecnico del Napoli per descrivere il primo approccio con i tifosi: “Albergo sul lungomare, mattinata di sole. Decido di fare una passeggiata. Esco e vengo assalito dalla folla. Due poliziotti appostati all’ingresso dell’hotel mi afferrano per le braccia, mi fanno ruotare su me stesso e mi riportano dentro.“Tutto a posto, mister? Adesso facciamo una foto?. Mi piacerebbe sistemarmi nella zona in cui sono nato, tra Bagnoli e Pozzuoli”.
LE RICHIESTE DI DE LAURENTIIS – Con Sarri comincia un nuovo capitolo dell’era De Laurentiis. Il presidente è stato chiaro fin dal primo giorno: “Mi ha chiesto di gettare le basi perché questa squadra abbia un futuro. E la qualificazione in Champions, perché i milioni in ballo fanno la differenza, proprio pensando al futuro. Mi ha scelto perché, dice, aveva voglia di basarsi sul lavoro invece che sui nomi”.
VICINO AL MILAN – L’ex Empoli conferma le indiscrezioni di qualche mese fa, quando in molti lo volevano come nuovo allenatore rossonero per il dopo Inzaghi: “Sì. Ho avuto più colloqui con Galliani”.
ALBIOL – Se a Rugani ha consigliato di allenare i suo piede debole, ad Albiol cosa dirà? Ecco la secca risposta dell’allenatore azzurro: “Al primo allenamento gli ho detto che era posizionato male col corpo. Poi la sera mi scappava da ridere pensando che questo ha vinto Mondiale ed Europeo”.
LORENZO INSIGNE – Sotto la luce dei riflettori c’è il folletto napoletano e il suo nuovo ruolo da trequartista: “Insigne mi intriga. È un talentuoso che non ha ancora tirato fuori il meglio. Secondo Sacchi è l’italiano più forte tecnicamente. Il giocatore mi ha chiesto di provarlo trequartista: lo sto facendo”.
JUVENTUS ANCORA SQUADRA DA BATTERE – Nonostante tre importanti addii, per Sarri non ci sono dubbi: la Juventus è la squadra ancora più forte. Ecco le sue parole in merito: “È un fatto di mentalità. Non sbagliano mai contro le piccole, per esempio. A Empoli,i giocatori del Napoli non avevano gli stessi occhi degli juventini”.