In questi giorni si discute tanto della futura capienza del San Paolo, che dopo i lavori di ristrutturazione dovrebbe poter ospitare 45.000 spettatori. Pochi, troppo pochi per una piazza così calda e passionale come quella di Napoli! L’ennesimo sgarro di un presidente che non ha a cuore i problemi dei tifosi. Ma siamo proprio sicuri che sia così?
Guardando le statistiche degli ultimi anni, uno stadio da 45.000 posti è più che sufficiente per contenere i sogni e le speranze dei tifosi napoletani. Ormai il San Paolo non è più quello dei tempi di Maradona, dove non trovava posto nemmeno una mosca la domenica, con 80.000 persone a invocare il dio del calcio. Ormai a Fuorigrotta certi numeri si vedono solo contro la Juve e le altre poche grandi della Serie A. Ah, e la condizione imprescindibile per il pienone deve essere un’ottima posizione in classifica, altrimenti c’è il rischio di perdere e allora non ne vale la pena.
La mentalità europea, ahimè, è lontanissima. Scordiamoci gli 80.000 del Borussia Dortmund con una squadra a un passo dalla retrocessione o gli splendidi colpi d’occhio che sanno offrire platee come il Celtic Park o Anfield Road. Noi non siamo così. O almeno non lo siamo più. In Serie C il San Paolo si è spesso riempito, ma il motivo è molto banale. Il Napoli in quella serie ha giganteggiato, in più c’era l’entusiasmo della risalita prorompente verso l’Olimpo del calcio. Facile lasciarsi trasportare verso il campo la domenica.
Quest’anno invece? Quando la squadra era in difficoltà erano pochissimi i fedelissimi sempre presenti. Sarà la tv satellitare, sarà che arrivare al San Paolo non è sempre agevole, ma ormai il pienone è evento raro. Non siamo tedeschi, non siamo inglesi, ma napoletani. Nel bene e nel male. E un San Paolo più piccolo è forse la giusta soluzione per avere sempre un campo pieno, in grado di far sentire il proprio calore ai calciatori in campo.
di Vincenzo Matino (Twitter: @vincenzomatino)