CONSIGLI PER GLI ACQUISTI – Diego Perotti, classe e fantasia nel DNA

Potrebbe cominciare con quello di José Callejon la serie di addii del calciomercato azzurro. Per ogni nuova strada che si apre, una se ne chiude inevitabilmente. Il Napoli non resterebbe scoperto, ma sostituirebbe lo spagnolo con un fine conoscitore dell’ambiente europeo dall’accento argentino: Diego Perotti. El Monito, così è noto in patria, è stato fino ad oggi legato da un filo rosso all’ambiente partenopeo, forse a sua insaputa: il padre Hugo ai tempi del Boca Juniors giocava al fianco di un tale Diego Armando Maradona ed una manciata di anni dopo proprio il Pibe De Oro decideva l’esordio di Perotti jr con la maglia della Nazionale argentina. Una storia di incroci ed obiettivi, che potrebbe trovare la sua collocazione nel corso delle prossime settimane.

BIOGRAFIA – Nato a Moreno il 28 luglio del 1988, Diego Perotti è un figlio d’arte che ha risentito della carriera del padre. Nei suoi primi anni di calcio, dal 2004 al 2006, vive ottimi momenti con il Deportivo Moron, tant’è che dopo due stagioni con la maglia della prima squadra viene portato in Europa dal Siviglia. La sua avventura in Spagna assume una traiettoria inizialmente molto positiva: nonostante la buona ma lunga gavetta con la squadra B, il passaggio nella squadra principale si rivela fruttuoso e viene siglato dalla rete contro il Deportivo la Coruna che regala al Siviglia l’accesso ai gironi di Champions League. Perotti si trova a firmare subito dopo un contratto che diventa croce e delizia del suo percorso calcistico: tanti bonus ma una pesante clausola di 48 mln di euro, che chiude la porta alle pressioni di Real Madrid ed Arsenal.Le stagioni dal 2008 al 2012 sono estremamente lodevoli: El Monito si diletta a segnare sui campi della Liga ed in quelli internazionali, guadagnandosi la stima e la maglia da titolare della squadra andalusa. Il fisico gli rema contro, però. Nel 2013 comincia il suo percorso tormentato da numerosi infortuni, che obbligano la squadra a disegnare un nuovo assetto tattico in cui Perotti non ha più spazio e ciò incrina anche il rapporto con la dirigenza. Di comune accordo si separano al termine della stagione e Diego decide di tornare nel posto a lui più congeniale: l’Argentina. Incrocia così il destino del padre e vesti i colori del Boca Juniors. Tutt’altro che una saggia scelta. Le aspettative, la condizione fisica da recuperare, i tormenti che ne nascono rendono la sua avventura coronata da troppe ombre e poche luci. A credere in lui è di nuovo un’europa: un anno dopo il suo approdo in Primera Division, gli telefona il Genoa ed è presto fatto. Con la maglia della Nazionale argentina esordisce nel 2009 nel corso di un’amichevole contro la Spagna.

CARATTERISTICHE – Diego Perotti nasce come trequartista, ma dai tempi del Siviglia sotto la guida di Manuel Jimenez ha cominciato a dilettarsi da esterno sinistro/mezzapunta di un 4-4-2. Ciò che lo rende abile in entrambi i ruoli è la sopraffina tecnica (forse di famiglia, ndr) di cui è dotato: mancino puro, salta l’uomo con estrema facilità e tende a vincere facilmente il contrasto con l’avversario di turno, sfruttando l’ottimo dribbling. In mezzo al campo si rivela prezioso per la sua buona visione di gioco nonché per la capacità di mandare i compagni di reparto in rete. Classe e fantasia: il mix di Perotti. E pensare che a 14 anni aveva pensato di appendere le scarpine al chiodo e rimettere la testa sui libri…

 

di Sabrina Uccello (Twitter: @SabriUccello)

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