COLPI DI JENIUS – L’Aurelio contraddittorio, tra la provincia e la pace con Platini

 

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“Perché vuoi avere l’antipatia dei tifosi napoletani, che sono sei milioni in Italia e tantissimi all’estero. Non so, cosa può pensare Platini? Come andrai a dormire, fai una preghiera! Ma che credibilità puoi avere? Ciao Platini, sogni d’oro”.
Questo il messaggio che Aurelio De Laurentiis riservò a Michel Platini, nell’immediato dopo-gara della semifinale d’andata di Europa League contro il Dnipro, con la squadra ucraina che aveva raggiunto l’1-1 con evidente errore arbitrale.
Una sfuriata dettata dal torto appena subito, sbagliata forse nei modi, ma che tutto sommato poteva starci nel contenuto. Troppo il rammarico per quel gol subito nel finale che poi avrebbe condannato il Napoli anche a ritorno, comportandone l’esclusione.

Eppure, dopo poche settimane, Aurelio De Laurentiis e Michel Platini siedono sorridenti a pochi centimetri di distanza nella tribuna dello stadio di Ginevra dove la nazionale italiana sta affrontando il Portogallo nella classica amichevole di fine anno.
A dividerli il solo Carlo Tavecchio, un altro che De Laurentiis ha durante l’anno beccato più volte, ma che ha comunque votato all’inizio dello scorso anno.
Come sia possibile questo cambio di rotta così repentino nessuno lo sa, ma forse a telecamere spente un chiarimento deve essere intervenuto tra i due.
Ma il presidente del Napoli è incappato nella serata delle contraddizioni multiple quando, interrogato dalle telecamere sulla scelta di Sarri come nuovo allenatore del corso azzurro, ha così risposto: “Ho scelto Sarri perché è l’uomo giusto. Ho guardato alla provincia italiana, è da lì che vogliamo ripartire in questo anno di completo rinnovamento.”
Lo stesso De Laurentiis che in conferenza stampa, nel giorno dell’annuncio dell’addio di Rafa Benitez, aveva annunciato ai media che il Napoli avrebbe proseguito, anche dopo il tecnico spagnolo, il processo di internazionalizzazione che l’aveva portato negli ultimi anni tra i primi 20 club d’Europa.
Dietrofront, quindi, dall’Europa si torna in provincia: la stessa che ha conosciuto Sarri prima di arrivare al grande palcoscenico della Serie A.
Di una cosa siamo certi: la società e l’allenatore hanno un sentiero comune.
Ma questo quanto piacerà ai tifosi?

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

 

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