Benvenuto Mister, nella terra della passione viscerale e del calcio come religione.
Benvenuto in una piazza che non conosce eguali, che riesce ad essere e a dare tutto o niente.
Non per incuterle ansie o timori, ma raramente riuscirà a trovare altrove ciò che vive e si respira qui.
Non abbia timore, siamo caotici e a volte nervosi ma le basterà lasciarsi abbracciare da questa realtà per ottenere uno scambio reciproco di stima e calore.
Ma ad un patto, Mister Sarri, e forse a più di una condizione.
Conosce la nostra storia, vero?
Abbiamo vinto in passato e sul manto erboso della nostra arena ci ha giocato il più grande di tutti.
Ma abbiamo anche sofferto: siamo stati penalizzati e hanno tentato, invano, di cancellare la nostra storia, ma non ci sono riusciti.
Ma ci guardi, siamo qui e siamo vivi, ancora.
Siamo riusciti a scrivere il nostro nome nel calcio che conta, troppo vicini alla meta senza mai raggiungerla.
Un passo avanti ed altri mille indietro.
La passione da sola non basta per essere grandi. Questa è la cruda verità.
Conosciamo i nostri limiti: la società che promette e non realizza, le strutture non all’altezza del nome che portiamo e la vulnerabilità che destabilizza.
Non cada nella trappola del Dio Danaro, come i suoi predecessori.
Gli stessi che, in silenzio, si sono fatti manipolare come burattini.
Non incappi sulla falsa riga di chi crede che i napoletani si accontentano.
Non lo fanno, non lo fanno più.
Provi a dar voce alle sue scelte, in totale libertà ma con cognizione di causa.
Non si limiti ad essere un buon interlocutore se non è nelle capacità di ascoltare.
Un vero leader guida senza soccombere, osserva ma non si lascia intimidire.
Non sarà facile ma sono le sfide impossibili quelle che accendono la reazione per non lasciarsi piegare.
La squadra che si accingerà ad allenare non è una semplice squadra.
Lei sarà alla guida di una realtà che sfocia nel senso più intimo di appartenenza, nella voce corale di un popolo che, attraverso uno sport, ritrova un abbraccio quotidiano.
Napoli adotta, ama, rende nella stessa misura di quanto riceve.
Ed è umile, si spoglia delle sue ricchezze e la rende suo figlio.
In una terra non propria senza mai sentirsi un estraneo.
Che sia l’inizio di un viaggio, da fare insieme in Italia ed in Europa.
Le vittorie hanno un sapore meraviglioso dove nessuno scommette.
di Anna Ciccarelli
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I commenti migliori della settimana saranno pubblicati nell’articolo che uscirà la settimana successiva. Perché noi donne passiamo con disinvoltura dal tacco 12 ai 12 tacchetti… voi uomini sapreste fare il contrario?