PAPALE PAPALE – Sarricomincia (col piede sbagliato)

Papale Papale by Stefano Tomassetti
Papale Papale by Stefano Tomassetti

 

Alla fine lo ha preso. Preso, contrattualizzato e ufficializzato con tweet (tristissimo) sul profilo ufficiale della società. Sul suo personale solo un ancor più triste retweet. Niente foto, niente annunci in pompa magna ma neanche i soliti 140 scarni caratteri. Strano atteggiamento per uno che il twittino d’ordinanza non l’aveva mai risparmiato. Mai, neppure per Henrique, ed è tutto dire. Che dite, ci dobbiamo preoccupare? Forse sì, forse no. Analizziamo un attimo la questione: ci possono essere due diverse chiavi di lettura per questo grande freddo. Una cattivella e un’altra un po’ più buonista, buonista e sicuramente auspicabile. Per tanti motivi…

 

 

SARRI… CORDA DEL PASSATO (E PENSA GIA’ AL FUTURO) – Il processo logico standard porterebbe a leggere la vicenda in un’ottica non piacevole e francamente preoccupante. De Laurentiis ha accusato il colpo dopo la stagione ingloriosa, sta attraversando una fase di disamore nei confronti della sua creatura e per questo gli è calata pure la libido mediatica. La scelta di Sarri in questo caso sarebbe una scommessa neanche troppo convinta da parte del presidente, che vuole fare il classico anno di transizione sperando di agguantare almeno l’Europa League e poi ciao ciao Maurizio, in attesa che si liberi un grande nome. Ipotesi preoccupante, sì, perché non sarebbe certo il presupposto giusto per iniziare una nuova avventura. Fra lo scoramento preventivo (assurdo!) della piazza e lo scarso entusiasmo presidenziale, il nuovo mister sarebbe solo un dead man walking. Suicidio collettivo e stagione drammatica sono facilmente pronosticabili.

SARRI… SICA (MA ROSICA ANCORA) – Fermi tutti però, non commettiamo però l’errore di dare tutto per scontato. Onestamente un progetto a orologeria sembra un’ipotesi un po’ bislacca, soprattutto per chi – come Aurelio De Laurentiis – ha dimostrato di puntare sempre alla cieca sulle scelte che fa. Allora perché le lungaggini sulla firma, il silenzio prima, durante e anche dopo l’ufficialità con quel tristissimo retweet? Magari invece di essere un cambio di politica aziendale potrebbe anche essere solo un cambio di politica mediatica. Negli scorsi anni DeLa ci ha abituati a sparate ad effetto, dalla maschera del leone ai proclami di scudetto, e la cosa gli si è spesso ritorta contro. Da qui forse la decisione di tenere un profilo più basso, chinare il capo ed iniziare un nuovo progetto con un atteggiamento diverso. Una scommessa che vincerebbe due volte, prima per aver puntato su un allenatore su cui solo lui poteva davvero puntare, poi perché sarebbe la risposta più giusta ad una piazza che probabilmente lo ha abbondantemente stancato, visti i tanti fischi e mugugni dalla prima sconfitta all’ultima figuraccia. Auspicabile, dicevamo, perché indicherebbe una squadra seria e compatta, dal Pres in giù, tutti uniti verso l’obiettivo. Alla faccia di chi gli vuole male.

 

 

SARRI… CREA (MA SOLO SE SIAMO AL SUO FIANCO) – E’ naturale che delle due sarebbe meglio che l’ipotesi giusta fosse la seconda. Anche perché – lasciatevelo dire – siamo partiti proprio col piede sbagliato. E’ comprensibile la delusione per come è finita la scorsa stagione, le ferite sono ancora fresche e le conseguenze dobbiamo ancora pagarle, ma non si può scaricare tutto a prescindere sul nuovo arrivato. Professionista serissimo, uomo ineccepibile e di grande esperienza, Sarri in vent’anni di carriera qualcosina lo ha dimostrato e non è certo colpa sua se alle spalle non ha mai avuto la Doyen o altri sponsor importanti a piazzarlo fin da subito sulla panchina di una big solo perché aveva magari la “faccia” giusta per vendersi bene. E sì, il calcio segue anche (soprattutto) queste logiche, non lo sapevate? Perciò, facciamo le persone serie, accogliamo come si deve i nuovi arrivati e aspettiamo almeno di averli visti all’opera qualche mese prima di stracciarci le vesti. Può essere una bella storia, anche perché nessuno se lo aspetta. Ma a una sola condizione: che non si ripetano gli errori del passato. Mai come ora il Napoli ha bisogno dei suoi tifosi. Fare gli innamorati solo quando si vince o quando ci sono i campioni famosi è troppo facile. Benvenuto mister Sarri, buon lavoro e in bocca al lupo per la nuova avventura. Ah, e forza Napoli!

Di AntonioPapa (Twitter @antoniopapapapa – ShareSoccer @papalepapale)

 

 

 

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