Come annunciato giorni fa dal presidente De Laurentiis, quest’oggi, insieme con il tecnico Benitez, si terrà una confereza stampa congiunta e, nonostante sia stato chiarito che sarà vietato discutere del futuro di Rafa, sarà analizzato il futuro prossimo del club, probabilmente spiegando anche i passi del progetto di modernizzazione del San Paolo.
BENITEZ – “Il mio ciclo qui è terminato. Voglio dire addio domenica con la squadra in Champions”
DE LAURENTIIS – “A Napoli ci sono sempre stati giocatori stranieri, e avere un allenatore internazionale mi dava le garanzie che alla fine ho avuto da Rafa. Due anni fa abbiamo fatto un contratto di un anno, con opzione per il secondo. L’opzione è un diritto, che il Napoli poteva esercitare, per andare avanti o meno. Questa è una garanzia, perché fare contratti pluriennali, dove uno deve poi trovare un’uscita, diventa antipatico sia per il coach che per il club, e può creare un disagio economico e finanziario. Lui però mi fece capire che il secondo sarebbe stato l’ultimo anno, soprattutto per questioni familiari”
Benitez cosa l’ha indotta a lasciare Napoli?
“E’ sempre triste lasciare un posto dove ti trattano così bene. Alla fine però la famiglia è sempre più importante e, parlando con Aurelio, si è reso conto che doveva guardare avanti. Era chiaro però che il ciclo era ormai terminato”
Mi spieghi il suo atteggiamento a Wolfsburg, dove fu critico nei confronti del piano societario
“Io conosco bene il Fairplay finanziario. Il Napoli con Aurelio ha fatto un grande sforzo e c’è stata una grande crescita. Un allenatore però vuole sempre vincere di più. Questo conta, ma la famiglia è stata la chiave principale per guardare avanti e chiudere questo ciclo”
De Laurentiis, lei ora si appresta a rifondare
“Rifondare non mi piace come termine. Io voglio continuare. L’obiettivo nostro era internazionalizzare la squadra, ma non è detto che lo si faccia con lo scudetto. Quest’anno ho fatto un primo errore, sbilanciandomi come un tifoso, annunciando lo scudetto, disattendendo poi le attese. Noi per il sesto anno consecutivo siamo l’unica squadra italiana in Europa, ed è una cosa importante. Il processo di internazionalizzazione è andata avanti con Rafa. Giocare con due mediani, invece di tre o cinque, è andato avanti. Il Napoli però fattura un terzo di Dortmund, Juventus e Milan, e dunque non puoi pagare 8 milioni annui di stipendio, perché in bilancio non ci sono. Quest’anno noi perderemo probabilmente con 20 milioni di perdite, e dunque non ci siamo tirati indietro. Se io decido di investire i miei soldi per la ristrutturazione dello stadio, con un progetto che spero di concludere in 16-18 mesi, dovendoci giocare nel frattempo, indica che qualcosa di importante lo stiamo facendo. Inoltre sto cercando una ventina di ettari per costruire il centro per la cantera, sulla base di ciò che hanno i più grandi club europei. Ricordiamo che il Barcellona per anni non ha vinto nulla, tirando poi dalla cantera gente come Messi, per poi iniziare a vincere e vincere ancora. Io poi non mi sono ritrovato in un territorio facile, tra monnezza e terra dei fuochi, e con amministratori che spesso non ci hanno aiutato. Forse questo percorso in Inghilterra o Germania, mi avrebbe già portato allo scudetto o a una Champions. Oggi siamo al 20esimo posto nel ranking Uefa, avanti a Inter, Milan, Liverpool, Roma, Tottenham e Siviglia, che ieri ha vinto la Coppa. Non dimenticate tutto questo, perché in questi anni si è lavorato bene in un territorio molto difficile. A parte la Juventus negli ultimi due anni, grazie a Benitez, siamo l’unica squadra italiana ad aver vinto due trofei. Spieghiamo una cosa ai giornalisti spagnoli. Quando sono arrivato, vedevo i ragazzini giocare con la maglia di Milan, Juventus e Inter, perché il Napoli non tirava più, e ho trovato anche dei giornalisti che appoggiavano queste stesse squadre. Allora come oggi continuano a remarci contro, ma almeno restano coerenti, continuando a farci battaglia”
Sul futuro di Bigon?
“Dopo sei anni di Napoli e tanti a Reggio Calabria, probabilmente ha sentito il bisogno di tornare a respirare un po’ d’aria di casa e del nord”
Rafa, in questi due anni sperava di vincere di più?
“Tutti sappiamo quanto è forte la Juventus, e dunque le nostre vittorie hanno ancora più valore. Di certo potevi avvicinarti alla parte alta della classifica, ma spesso per degli episodi non ce l’hai fatta. Io sono convinto che la squadra sia cresciuta, arrivando a due semifinali ed uscendone con dei gol irregolari. Come dicono i nostri tifosi, al di là del risultato conta il lavoro che si è fatto per arrivare a tanto, e ora lottare ancora per il terzo posto. Abbiamo fatto tanti errori ma ‘i tori si vedono sempre meglio dalla barriera’, ma quando si è nel mezzo è sempre più difficile. E’ normale fare errori, ma la cosa più importante ora è fare una bella partita e vincere contro la Lazio. Potremo fare il record di reti con 104 reti, essendo ora a 102, saremo molto felici”
Mister, pochi punti con le piccole. Si poteva fare di più?
“Di certo qualche errore lo abbiamo fatto, ma abbiamo anche fatto cose positive. Mantenere costanza e qualità non è facile, e il passo avanti fatto quest’anno è arrivare in fondo a tre competizioni. Quando sono arrivato la rosa vera era composta da 14 giocatori, mentre l’anno seguente sono diventati 18-20. Se hai una rosa più forte è più facile gestire ogni gara”
Interviene De Laurentiis: “Si dovrebbe anche fare un parallelo con le gare europee, dove abbiamo fatto bene. 59 partite quest’anno, vi rendete conto di cosa significa? Gli altri ne hanno fatte di meno. Va poi detto che i nuovi di quest’anno dimostreranno la loro crescita il prossimo anno”
Presidente, promise ai tifosi un tecnico di spessore. Ha in mente un italiano o magari un campano?
“Io sono sconvolto, perché nel cinema tutto questo non c’è. Io da una vita sono contro il mondo degli adulti, da quando ho 18 anni e ancora oggi. Poi alla fine, da adulto, mi sono rinnegato, restando un ragazzo che vuol rompere le scatole. Queste vicende della FIFA, della serie D e della serie C, dovrebbero portarci a vedere chi governa il calcio. Sono tutti personaggi fuori epoca, con una cultura del passato, atta a mantenere la propria posizione. Facendo gli innovatori dovrebbero farsi da parte, dunque frenano. Platini parla del fairplay, e da un lato predica bene ma razzola male, comportandosi come un monarca. Anche lui non riesce a interpretare le trasformazioni dei vari paesi che compongono la UEFA. Con l’ISIS i modelli di sicurezza devono cambiare, ma lui non lo capisce. Ne ho parlato anche con Alfano, ma di questi temi non si parla. Qui invece, chiuso un campionato, si pensa già al prossimo, passando da una festa a un’altra, dandoci i premi tra noi, senza imparare nulla dal passato. Noi invece dovremmo essere un faro per le prossime generazioni. E’ necessario che le squadre abbiano molta più voce in capitolo. Basta farci portare per mano, con dei contentini economici dati dalla UEFA, quando questa stessa costa più di 300 milioni. Parliamo di cose vere come della defiscalizzazione sui giovani, di incentivi sugli stadi e i centri giovanili. Inutile discutere dell’occhio di falco. Poi ci si lamenta parlando di giovani italiani, ma di tutto questo nessuno dice nulla. Il profilo dell’allenatore dev’essere quello di uno che sposa le mie idee. Con Rafa non ho mai litigato perché a Londra, tra un caffè e biscottini, ci trovammo subito. Per evitare che venga fuori il toto allenatore, vi prometto che la prossima settimana andrò a raccontare i miei prossimi quattro film, in Sicilia, Campania e Puglia. Finito questo giro, farò con voi due cene a settimana, riaprendo il rapporto con i media, e insieme parleremo di ciò che vi pare giusto e ciò che condividete o meno”
Rafa, qualche rimpianto in questa stagione?
“In Spagna dicono che il mio calcio sia difensivista, ma le mie squadre segnano sempre tanto. Qui dicono che non sono adatto, ma abbiamo vinto due titoli e siamo in lotta per la Champion, dunque sono adatto al calcio. Alla fine, dopo un po’ di tempo iniziale, riesco ad adattarmi”
Come riesce a sopportare la pressione dei media?
“La cosa più importante per me, parlando con Aurelio, è dare il massimo per l’ultima gara e ottenere la vittoria. Dopo questa partita penserò al mio futuro, e ci sarà tempo per parlare. Accetto la pressione dalla Spagna, ma tutto devo rinviarlo a dopo la gara contro la Lazio”
Rafa, Napoli è stato trattato allo stesso modo sulla stampa nazionale rispetto ad altre squadre?
“Io ho portato avanti una battaglia contro i cori contro i napoletani, che continuo a sentire e non capisco come sia possibile. Il mio messaggio per il Napoli è sempre lo stesso, ovvero restare spalla a spalla, il che renderà la crescita sempre più facile”
Presidente, il Napoli rimetterà 20 milioni. Ciò influenzerà la campagna acquisti?
“Vi vorrei ricordare che Tevez è costato 9 milioni, e non 40 o 60. Pogba è venuto a parametro zero, dunque il problema sono le conoscenze del mercato. Dunque anche le mie valutazioni di modifica della società devono tener conto di tutto questo”
Si è conclusa la conferenza stampa di De Laurentiis e Benitez