L’era Benitez si conclude dopo due stagioni. Nella conferenza di oggi, il presidente De Laurentiis ha voluto salutarlo così: “A Napoli ci sono sempre stati giocatori stranieri, e avere un allenatore internazionale mi dava le garanzie che alla fine ho avuto da Rafa. Due anni fa abbiamo fatto un contratto di un anno, con opzione per il secondo. L’opzione è un diritto, che il Napoli poteva esercitare, per andare avanti o meno. Questa è una garanzia, perché fare contratti pluriennali, dove uno deve poi trovare un’uscita, diventa antipatico sia per il coach che per il club, e può creare un disagio economico e finanziario. Lui però mi fece capire che il secondo sarebbe stato l’ultimo anno, soprattutto per questioni familiari”.
RIFONDAZIONE? – Con l’addio di Rafa, il Napoli va verso una nuova “rivoluzione”. Ecco cosa ne pensa in merito il presidente: “Rifondare non mi piace come termine. L’obiettivo nostro era internazionalizzare la squadra, ma non è detto che lo si faccia con lo scudetto. Quest’anno ho fatto un primo errore, sbilanciandomi come un tifoso, annunciando lo scudetto, disattendendo poi le attese. Noi per il sesto anno consecutivo siamo l’unica squadra italiana in Europa, ed è una cosa importante. Giocare con due mediani, invece di tre o cinque, è andato avanti. Il Napoli però fattura un terzo di Dortmund, Juventus e Milan, e dunque non puoi pagare 8 milioni annui di stipendio, perché in bilancio non ci sono. Inoltre sto cercando una ventina di ettari per costruire il centro per la cantera, sulla base di ciò che hanno i più grandi club europei. Io poi non mi sono ritrovato in un territorio facile, tra monnezza e terra dei fuochi, e con amministratori che spesso non ci hanno aiutato. Forse questo percorso in Inghilterra o Germania, mi avrebbe già portato allo scudetto o a una Champions. Oggi siamo al 20esimo posto nel ranking Uefa, avanti a Inter, Milan, Liverpool, Roma, Tottenham e Siviglia, che ieri ha vinto la Coppa. Non dimenticate tutto questo, perché in questi anni si è lavorato bene in un territorio molto difficile. Oltre la Juve, grazie a Benitez siamo l’unica squadra italiana ad aver vinto due trofei. Spieghiamo una cosa ai giornalisti spagnoli. Quando sono arrivato, vedevo i ragazzini giocare con la maglia di Milan, Juventus e Inter, perché il Napoli non tirava più, e ho trovato anche dei giornalisti che appoggiavano queste stesse squadre. Allora come oggi continuano a remarci contro, ma almeno restano coerenti, continuando a farci battaglia”.
BIGON – Non solo Rafa dice addio: lascia anche il ds: “Dopo sei anni di Napoli e tanti a Reggio Calabria, probabilmente ha sentito il bisogno di tornare a respirare un po’ d’aria di casa e del nord. Vi vorrei ricordare che Tevez è costato 9 milioni, e non 40 o 60. Pogba è venuto a parametro zero, dunque il problema sono le conoscenze del mercato. Dunque anche le mie valutazioni di modifica della società devono tener conto di tutto questo”.
IL FUTURO TECNICO – Con una serie di divagazioni, De Laurentiis non si sbilancia sul futuro allenatore: “Il profilo dell’allenatore dev’essere quello di uno che sposa le mie idee. Con Rafa non ho mai litigato perché a Londra, tra un caffè e biscottini, ci trovammo subito. Per evitare che venga fuori il toto allenatore, vi prometto che la prossima settimana andrò a raccontare i miei prossimi quattro film, in Sicilia, Campania e Puglia. Finito questo giro, farò con voi due cene a settimana, riaprendo il rapporto con i media, e insieme parleremo di ciò che vi pare giusto e ciò che condividete o meno”.
BILANCIO IN ROSSO – Il Napoli andrà incontro ad una perdita di venti milioni. E questo potrebbe incidere sulla campagna acquisti: “Vi vorrei ricordare che Tevez è costato 9 milioni, e non 40 o 60. Pogba è venuto a parametro zero, dunque il problema sono le conoscenze del mercato. Dunque anche le mie valutazioni di modifica della società devono tener conto di tutto questo”.