Dries Mertens, grinta e cuore

dries mertens

La curva B, per protesta, tace.
Uno striscione sventola per provare a dar voce alle delusioni e alla frustrazione.
“14-05-15 Se questo è il vostro impegno. Non meritate il nostro sostegno.”
Sullo stesso filone, una prima frazione di gioco spezzata da 10′ di risveglio, due gol ed il torpore.
Cos’è successo a questo Napoli, fantasma e silenzioso?

La curva A, incessante e partecipe per tutti i 90′. Canta, urla, applaude senza sosta perché solo tre partite ci restano per non mollare la presa.

Ma quanta fatica per portare a casa i tre punti, contro il Cesena.

Il Cesena che sul 2-2 ha riportato tutti i nostalgici al ricordo di Massimo Troisi.

“Non è questo l’atteggiamento con il quale entrare in campo” parte in IV Mariangela “Da Kiev al San Paolo non è cambiato niente. Siamo in bilico, per cercare di non buttare alle ortiche una stagione deludente ed invece di tirar fuori gli artigli, sembrano gatti in calore. C’è la Juventus la prossima settimana, c’è un obiettivo Champions da centrare. Se questa è la voglia di crederci e questo dovrebbe essere l’impegno siamo alla frutta, per giunta scaduta”

Le polemiche erano contemplate dopo una serie di risultati negativi ma il disfattismo che aleggia nell’aria è controproducente.

La formazione schierata in campo non è stata  immune da critiche.

La profezia di Marcellino si è tramutata in quella di Jorginho e la sua ennesima prestazione deludente non ha chiarito la sua collocazione in questa rosa.

Benitez, integralista ed autolesionista, continua per la sua strada. Troppo tardi, per accorgersi che fosse un vicolo cieco.

“Basta, per carità. Ho un fegato da rottamare e la rabbia mi acceca.” Elisa se potesse accompagnerebbe il Mister fuori da Partenope, sulle spalle “Non vi siete stancati di ripetere la stessa filastrocca ogni volta? Il centrocampo è inesistente, la difesa è inguardabile, i gol presi sempre per gli stessi errori. Lo sa, sa benissimo cosa non va in questa rosa. Conosce i limiti dei calciatori cosi come sa che non sono all’altezza di seguire il suo modulo. Ma cosa fa? Invece di studiare delle possibili variazioni, ci manda al patibolo ogni volta, il Miglio Verde ad ogni partita. Non so voi, ma io sono stanca, stanca di lui e dei suoi paraocchi”

Eppure, dall’ 89′, con l’ingresso in campo di Gargano la squadra azzurra ha giocato con un centrocampo a tre. Forse un pò tardi, non crede mister?

Vuoti incolmabili, giocatori affaticati e senza respiro. Andujar ha le sue colpe, senza alcun dubbio ma concedere un contropiede, senza neppure provare a contrastare è da folli.

Svogliato, questo il Napoli di ieri sera. Trascinato nel girone dei dormienti, senza alcuna voglia di svegliarsi.

Eppure, c’era in campo, chi questa voglia l’aveva. Chi, come a Kiev ha urlato “Forza, Sveglia, Andiamo”

In campo ha dribblato, saltato l’uomo, crossato e regalato assist prendendo per se stesso due reti.

I due gol del belga hanno riscattato il Napoli da una fine ingloriosa.

Manca questa mentalità in campo e fuori, manca la voglia di lottare e la consapevolezza di poterci riuscire.

“Sono gli stessi calciatori che hanno battuto la Roma a novembre? Sono gli stessi che a Wolfsburg hanno fatto l’impresa? Allora cosa sta succedendo adesso?” mi chiede Loredana sul blog.

Risponderle è drammatico, la stanchezza e la poca lucidità stanno influendo negativamente ma il traguardo non è poi cosi lontano.

Ascolto e leggo tifosi che si fanno calcoli, fogli alla mano e previsioni.

Non stiamo li a guardare i risultati altrui, pensiamo a VINCERE.

Non siamo morti, ci stiamo trascinando, ora è il momento di alzarsi e reagire.

Se ci crediamo noi, provate a fare lo stesso.

 

Di Anna Ciccarelli

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