Non ci metterà tanto, poco meno di due ore: tanto basterà al Napoli per la trasferta più vicina del prossimo anno, quella di Frosinone.
La squadra appena promossa in Serie A dopo una cavalcata stupenda, simile a quella del Carpi, l’altra Cenerentola che dalla B è passata alla massima serie.
C’è un filo conduttore a legare Napoli e Frosinone, che non sia solo quello dell’autostrada: il filo si chiama Roberto Stellone, attaccante navigato del calcio italiano, protagonista con le maglie di Lecce, Genoa, Torino e anche quella del Napoli.
Oggi porta per la prima volta il Frosinone in Serie A. Come passano gli anni.
Quattro anni a Napoli, nel momento forse più difficile della storia azzurra. Tra il 1999 e il 2003: erano gli anni delle altalene, A e B, B e ancora A. Roberto Stellone era il punto di riferimento dell’attacco azzurro e di una squadra che ogni anno cambiava pelle e che non riusciva a mettere in campo e fuori dal campo un progetto tecnico serio che portasse a risultati effettivi.
La promozione in A al primo anno, poi la ricaduta in B: 30 gol nel quadriennio azzurro e soprattutto tanto amore dalla tifoseria che in quegli anni aveva bisogno di professionisti e uomini prima ancora che di calciatori.
Stellone era uno di quelli: non Ronaldo, né Van Basten, ma sicuramente uno che poteva sudare la maglia azzurra, in quegli anni gettata al vento da più parti.
Non era neanche azzurra, in realtà: a strisce, bianca, rossa, qualche inserto giallo. Quanti anni sono passati?
Solo dodici, ma sembra una vita fa: oggi ci sono Higuain e Callejòn lì dove c’erano stati Stellone e Dionigi.
Il Napoli ha dunque già capito a metà maggio dove perderà punti il prossimo anno: niente più regali ad Atalanta e Verona, a Empoli e Palermo, stavolta sarà il turno di Carpi e Frosinone.
La rivincita della provincia, la rivincita delle inaspettate su Claudio Lotito.
Il calcio italiano che vuole farsi bello e tornare ad ospitare sole 18 squadre in massima serie tra meno di due anni, si trova a fare i conti invece con le belle storie e le favole di provincia da raccontare.
Niente big match alternativi, tanti scontri da incorniciare: i carpigiani prenderanno il posto del Parma appena retrocesso per continuare la striscia delle emiliane in Serie A, il Frosinone esordirà affrontando le avversarie regionali, le più blasonate Lazio e Roma.
Sono la risposta al calcio economico, quello di interessi, marketing, sponsor, contratti clamorosi, compra-vendite sproporzionate e giocatori sopravvalutati: la risposta a quello che il calcio in tv cerca di propinarci ogni singola settimana.
A preoccuparci resta solo il Napoli: chissà se anche con un nuovo allenatore, nuovi giocatori, continuerà sempre nella sua opera di buona carità nei confronti delle medio-piccole del campionato.
In fondo, è risaputo, a Napoli hanno il cuore buono: Carpi e Frosinone già li aspettano.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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