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Duncan Ferguson, calcio e sbarre

 

Le metamorfosi, dovrebbero avvenire solo in campo.

L’uomo, dovrebbe imparare a scindere, il gioco dalla vita reale.

Duncan Ferguson, invece, era Hulk in campo quanto fuori.

In carriera ha collezionato, soltanto, nove espulsioni ed un centinaio di ammonizioni.

I turni di squalifica oscillavano dal minimo di due giornate a tre mesi di prigione.

Ferguson, ha fatto la storia.

Non solo perchè viene ricordato come il miglior difensore scozzese, quanto per essere stato il primo giocatore britannico a finire in carcere per un’ azione commessa in campo.

Fu condannato a distanza di un anno, a seguito della prova tv, per una testata volontaria rifilata a John McStay durante Glasgow Rangers vs Raith Rovers il 16 aprile del 1994.

La Corte di giustizia fu inamovibile, la condanna non accettava repliche.

Per Ferguson nessuna attenuante, la multa doveva essere risarcita e con essa, tre mesi al fresco.

Giusto, fuori da ogni dubbio, visto che già in precedenza nel ’93 per un pugno a gioco fermo, all’attaccante dello Stoke City, Mark Stein fu condannato ma evitò la prigione grazie alla condizionale.

La multa di 500 sterline non bastò ad insegnargli la lezione.

I pugni erano il suo forte, stesso trattamento per l’attaccante dello Stockport Jim Gannon punito con una multa e due giornate di squalifica.

Troppo lieve la pena per redimerlo ed appena si ripresentava l’occasione, Ferguson colpiva.

Si ripresentò l’occasione il 20 marzo del ’94, durante una partita contro il Leicester.

Ferguson, all’epoca giocava nell’Everton. Rimediò in meno di 20′ due cartellini gialli per gioco violento.

Mentre usciva dal campo tenta di strangolare Steffen Freund. Viene squalificato per due giornate alle quali se ne aggiungono altre due per i gesti rivolti al pubblico avversario.

E se in campo non riusciva a sfogare la rabbia, attaccava zuffe con posteggiatori e baristi di turno.

Condannato per una rissa fuori da un locale perchè non trovava l’auto. La stessa che era parcheggiata nel garage di casa sua.

E se non c’erano motivi per cui discutere, se li inventava.

Con un pescatore, in un bar, dopo una partita ebbe un vero incontro di boxe.

La causa scatenante? Nessuno la conosce.

Guardarlo troppo lo infastidiva.

Che caratteraccio, Big Dunc, come lo chiamavano i suoi tifosi.

… Stay Tuned! E quando non si è capaci di fermarli, si arrestano!

Di Anna Ciccarelli.


Anna Ciccarelli

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Anna Ciccarelli

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