Champions League? Si, con calma

parma napoli

“Qualunque sia stata la motivazione, l’ira e la rabbia andavano giocate in campo”

La parata delle occasioni sprecate, benvenuti alla sagra del regalo a basso prezzo.

La squadra azzurra è una Onlus eccellente, sempre pronta a tendere una mano.

Ennesima beffa, ennesima dimostrazione del valore di questo Campionato, ennesima certezza di non essere nelle capacità di chiudere i conti.

La Roma si lascia trascinare giù dal Milan e la partita contro il Parma doveva essere gestita con controllo e totale dominio del campo.

Un primo tempo inspiegabile.

Al Parma è stato concesso tutto e gli azzurri di Benitez sono stati degli osservatori passivi.

Il Napoli ha un handicap, grave. Non conosce il coraggio, pecca di presunzione e non comprende il senso del gioco corale.

Si entra in campo in 11, si combatte in 11, si vince se si riesce ad essere 1 con un cuore che batte per 11 e con la cazzimma di 50.

Quella manca da sempre. L’unico che non molla la presa è Gargano. Tutti cosi spenti” il rammarico di Livia si riesce a respirare, a casa mia.

Dovremmo essere abituati a queste prestazioni.

Si ripetono ogni volta come un rituale da rispettare.

Grandi con le grandi e lasciamo alle piccole la possibilità di sbranarci.

Eppure, ogni volta, l’ennesima delusione brucia.

Il Parma, con entrambi i piedi nella fossa, ricoperto da cenere e detriti ha respirato fino all’ultimo scampolo d’aria.

Pareggio, regalato dagli azzurri come tutte le partite andate storte, perse per demeriti e non per meriti altrui e digerire certe sconfitte, non è semplice.

Gabbiadini centrale, Hamsik arretrato di una ventina di metri ed un assetto differente già dal 1′ di gioco.

Chiudere il primo tempo avanti di tre reti per poi sostituire.

Caro Rafa, l’ho difesa dal primo giorno. Ho assecondato le sue scelte e considerato giuste delle formazioni inguardabili. In queste ultime partite, mi risulta troppo difficile prendere le sue parti. Oltre ogni dubbio, è indifendibile” lo scrive Mara su facebook e non riesco a non commentare.

Era la guerriera a difesa del Mister, mai una parola contro. Soprattutto quando se le meritava e non certo belle parole.

Il problema ritorna ed è a monte.

La squadra pecca, commette degli errori e ne paga le conseguenze.

In Europa League, palesemente falsati da un gol in fuorigioco. Ma non si poteva asfaltare una squadra mediocre, nei primi 60′? Si poteva chiudere una partita piazzando in campo Inler al posto del fantasma di Jorginho? Si poteva giocare la carta Gabbiadini e sostituire Insigne che non era in forma? Si poteva, ma per il Mister non si fa.

Si passa cosi al Campionato. Si scende in campo conoscendo il risultato della Roma e si dovrebbe aggredire il campo dal primo minuto. Ma per quanto la memoria non mi inganni, questo Napoli, commette gli stessi errori come scene di un film, che vanno a ripetizione.

La reazione, se cosi la si vuole chiamare, arriva tardi.

Era il Parma, quello che stavate affrontando. Non il Real Madrid” urla copiosamente Elisa “ma che figuracce ci fanno fare? Non credo che esistano giustificazioni per questi ragazzi e per Benitez. Che finisca presto questo campionato e che a Kiev si ricordino la maglia che indossano e l’importanza che ha.”

Kiev, passa da li il viaggio verso Varsavia. Passa attraverso 90′ di pathos e di adrenalina.

Sarò anche un’ottimista cronica, sarà che voglio crederci e che spero ancora.

A Kiev, in campo, prima dei calciatori devono scendere gli uomini.

Quelli che questa città hanno imparato ad amarla. Gli stessi che ne decantano le lodi e che la difendono a spada tratta.

Allora, se è vero questo legame. Se c’è dell’amore che vada oltre l’ingaggio milionario, oltre lo stile del mercenario. Conquistate la finale, con rabbia e tenacia.

Per questo Napoli, un traguardo del genere, non è impossibile.

E se l’altra milanese, per mano del Profeta, batte la Lazio in casa per 2 reti a 1, lassù qualcuno ci ama. Proviamo a dare una mano alla provvidenza, piuttosto che star fermi ad aspettare.

di Anna Ciccarelli

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