La Nazionale Olandese, macchina da guerra

Non un solo calciatore, protagonista della rubrica di oggi.

Ma un’intera squadra, la nazionale Olandese.

Le formazioni degli Orange cambiano con gli anni, ma la mentalità violenta resta la stessa.

Finale Mondiale del 2010. Olanda e Spagna si contendono la Coppa più prestigiosa.

In campo, leoni contro tigri, senza esclusione di colpi.

Il fischietto d’oro Webb, non ne conserva un bel ricordo “Sono state le due ore più difficili della mia carriera. Sono fisicamente e mentalmente provato” confessa al “The Sun”.

Partita sentita, forse un po’ troppo.

Entrambe le squadre furono multate per comportamento scorretto.

In una sola gara, in soli 120’ furono estratti bene 14 cartellini.

Ammoniti Van Persie, Van Bommel, De Jong, Van Bronckhorst, Van der Wiel, Puyol, Sergio Ramos, Capdevila e Xavi per gioco pericoloso.

Il buon  Robben ed il pacato Mathijsen per proteste, Iniesta per comportamento antiregolamentare.

E doppia ammonizione per Heitinga, che mentre esce dal campo, sbraita e manda a quel paese, lo sconsolato Webb.

Ma annotazione doverosa da fare.

La Nazionale Olandese provocava, quella Spagnola reagiva.

Ma indietro nel tempo, al Mondiale del 2006, nel cielo di Norimberga si consuma una mattanza.

Il Portogallo di Luis Figo affronta la Nazionale dei Paesi Bassi.

Uno sterminio, lotte a cielo aperto senza esimersi dalle scorrettezze, dalle entrate assassine.

Il primo a farne le spese, Cristiano Ronaldo, costretto ad uscire per un fallaccio di Boulahrouz.

Ma il Portogallo passa in vantaggio.

Non c’è tempo per gestire tutto con calma, bisogna attaccare e farlo subito.

Attaccare, ma non le caviglie di Deco e Simao, prese di mira come birilli.

La rissa è dietro l’angolo ed esplode dopo una testata di Figo.

I difensori Orange sono agguerriti, gomitate e falli vergognosi.

Boulharouz viene espulso dopo l’ennesimo colpo di “testa” sul bel viso del Capitano Portoghese, in campo è un incontro senza regole.

A bordo campo, non restano a guardare Scolari e VanBasten, che tra spintoni e qualche ceffone,  si dirigono verso i rispettivi spogliatoi.

Ammonizioni, ben sedici.

Espulsioni quattro, due per squadra.

Ultimi minuti nove contro nove, nella notte degli orrori e delle cose che non si dovrebbero mai vedere.

Ma ha radici lontane questo atteggiamento crudo e violento, perché buon sangue non mente e si ritorna al passato.

Quel Mondiale, tanto criticato del ’78.

In Argentina, in un clima teso ed acceso già dal primo minuto.

Una partita fuori dagli schemi. I padroni di casa partono in IV, attaccando l’arbitro italiano Sergio Gonella, gli avversari per ostruzionismo ed atteggiamento scorretto.

Gli Orange, in un clima ostile, perdono presto la pazienza e tutti gli argentini, giù per terra. Nei primi 4’ i primi falli da ammonizione.

Poortvliet stende Bertoni, lo segue a ruota Haan su Gallego.

La tensione è palese, dal campo agli spalti. Ad accendere gli Olandesi, l’arbitraggio scandaloso.

Motivato forse, dalle pressioni di una tifoseria caldissima ed agguerrita e dalla presenza del dittatore Jorge Videla e del suo esercito.

Sudditanza, timore, semplici errori portano l’Argentina alla vittoria.

Calciatori, presi come esempi ed idoli.

Uno sport di squadra che insegna la collaborazione, il supportarsi spalla a spalla, il saper vivere con lealtà e correttezza.

In mondo visione, l’Olanda, non è di certo una squadra da prendere come esempio.

In campo, negli anni, giocatori eccelsi.

Al tempo stesso dei veri e propri macellai.

Un consiglio, al prossimo incontro, se vi dovesse capitare di voler guardare una loro partita.

Munitevi di spugna e aceto, il sangue potrebbe arrivare direttamente nel vostro soggiorno.

…. Stay Tuned!!! Uno per volta si possono gestire, in 11 diventa impossibile.

Di Anna Ciccarelli