Terzo calcio di rigore sbagliato su sei calciati. Non sarà un record assoluto, ma non è proprio un fatto così comune. Una maledizione, che ha colpito il Napoli da tempi non sospetti: anche Cavani non era certo un cecchino dagli undici metri, e ora sembra esserne vittima anche Gonzalo Higuaìn: l’argentino si ripete dopo gli errori con Chievo e Atalanta. Certo, sappiamo già come funziona, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Vero, verissimo. Soprattutto se il giocatore in questione, dopo qualche minuto di sbandamento, reagisce come di dovere. Ma è anche vero che metterli dentro, ogni tanto, sarebbe un tantino meglio. Così almeno da risparmiarsi 70′ di agonia assoluta.
Nel bene o nel male, tutto ruota attorno al Pipita. Giocatore stratosferico, dalla visione di gioco illuminante e dal fiuto del gol implacabile. Può essere già la sua partita dopo 4′ dall’inizio di Napoli-Milan: fallo netto di De Sciglio, rigore ed espulsione. 11 metri per poter già raccogliere i tre punti. E invece quel mostro di Diego Lopez gli nega la gioia del 27esimo gol stagionale. Il Napoli fatica, crea ma non colpisce. E il Milan, in un modo o nell’altro, si rende anche pericoloso. Gli incubi tornano ad impadronirsi del San Paolo. Higuaìn si batte, ci prova. Entrano Mertens e Gabbiadini e la musica cambia. A sbloccare la gara è Marek Hamsik, con un destro fulminante perfettamente incastrato fra la manona di Diego Lopez e il palo. Da lì in poi, troppo semplice. Il Pipita si prende la sua rivincita, esplodendo in porta un destro scacciapensieri: un gol che conferma, ancora una volta, la splendida intesa con quel Manolo così decisivo. Ed è proprio quest’ultimo, con un tacco tanto elegante quanto facile, a mettere la firma finale sul 3-0.
Ventisette gol in stagione, assist in quantità industriale per i compagni. L’universale Higuaìn farebbe le fortune di qualsiasi squadra, d’Italia, d’Europa e del mondo. Fortunatamente per il Napoli, l’errore di ieri dal dischetto non ha inciso sull’esito della gara. E lui, da grande calciatore qual è, si è reso comunque utile alla causa.
E poco importa se ne ha sbagliati tre in campionato. Alla prossima occasione sarà nuovamente lì, a sistemare il pallone sul dischetto bianco, senza paura. A spiazzare il portiere come solo lui sa fare.
Anzi, come solo i campioni sanno fare.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)