COLPI DI JENIUS – Era de maggio: l’ultimo mese per la verità

hamsik empoli

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

Maggio era dietro l’angolo già ad Empoli, ma si presenterà ufficialmente al San Paolo domenica sera, in occasione della gara contro il Milan.
Ultima chiamata nell’ultimo mese: per il Napoli quello della verità. Dentro o fuori. Tutto o niente.
Il treno, quello Champions, già distante rispettivamente cinque e sei punti, rischia di partire senza la squadra di Rafa Benitez, che in pochi giorni avrà il compito di arginare le perdite mostrate, eloquenti, nel turno infrasettimanale toscano.
Quattro reti incassate, zero punti e zero sorrisi, con Lazio e Roma che tornano alla piena posta in palio ringraziano, salutano.
Contro la squadra di Inzaghi, la più in crisi dell’intero campionato, sarà la volta buona?

 

QUANDO TORNANO LE ROSE – “Si stu sciore torna a maggio, pure je a maggio stong’ ‘cca” cantava Murolo, e allora il Napoli deve rispondere presente. Perché le rose sono tornate, così come si avvicina la fine di un campionato tra i più sali e scendi dell’intera storia azzurra.
La grande disperazione di Bilbao, l’esaltazione di Wolfsburg, il rammarico per la miriade di punti gettati al vento in occasione di gare non di cartello, ma comunque vitali.
“E ferite d’ammore nun se sanano” recita il testo, e in effetti i rimorsi di un Napoli scialbo in molte occasioni servono oggi realmente a poco. Troppi i punti gettati al vento, molti quelli che ancora distanziano gli azzurri dal vero obiettivo stagionale, eppure si è arrivati a maggio con ancora una chance, una reale possibilità.
I punti potevano essere di meno, vero, ma arrivati a questo punto è quasi inutile voltarsi indietro.
Quasi, appunto, perché a volte il Napoli farebbe bene a guardarsi dietro, intorno, davanti; in generale, a guardarsi allo specchio per capire quale strada davvero intraprendere.
Troppo facile nascondersi dietro la favoletta del rinnovo contrattuale, troppo semplice restringere tutto al business plan. La strada del Napoli è ancora un’incognita troppo grande per guardare al di la del proprio naso.

 

IL DIAVOLO D’AMORE – La grande occasione per gli azzurri si chiama Milan. I rossoneri arriveranno al San Paolo quasi in veste di vittima sacrificale, e il Napoli potrebbe infliggere il colpo di grazia al gruppo di Inzaghi. Ma non sarà così facile, perché per il Napoli nulla potrebbe mai esserlo; ecco perché anche quella con il Milan sarà una gara da dentro o fuori, l’ennesimo ostacolo da superare di una stagione fatta di continui tira e molla. Grandi o piccoli? Mediocri o pronti a dire la propria?
La risposta arriverà domenica sera, ma molte volte quelle già arrivate sono state solo un’illusione.
La squadra di Rafa continua a cadere nei propri errori, capace di grandi prestazioni un giorno prima e di grandi cadute quello dopo.
Dove ritrovare i motivi di tali altalenanti uscite? Nella testa, di certo, prima che nei piedi. Un gruppo che alla prima difficoltà va in bambola e quasi mai è bravo a reagire quando le cose si mettono male.
Prendersela con l’Empoli di turno non è il giusto motivo per ritrovare la propria strada; i toscani giocano così da un intero campionato, e col Napoli hanno trovato terreno fertile per leproprie scorribande.
Incredibile come la sola disposizione tattica di Sarri abbia mandato in tilt quella di Benitez, con un uomo, il trequartista Saponara, abile a fare quello che vuole della retroguardia avversaria.
“Torna maggio e torna ammore”, ci ha scritto Di Giacomo.
Maggio è tornato, ora a tornare dev’essere il Napoli. Ora, o mai più.

 

 

 

 

 

 

 

 

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