“A me sembra strano vedere chi fa un lavoro sul campo andare su terreni anche fangosi in abiti eleganti. Io faccio questo lavoro e mi sembra naturale allenare in tuta. Fossi un ds io sceglierei un tecnico in base ad altre caratteristiche, non alla tuta”.
In un mondo del calcio massacrato e torturato da sfacciataggine e presunzione, uomini, prima che professionisti, come Maurizio Sarri non possono fare altro che bene.
Semplicità e umiltà le armi vincenti, applicate e trasmesse alla perfezione anche in campo. Il suo Empoli è uno spettacolo per qualità ed intensità; così naturale, così funzionale. Pressing asfissiante, organizzazione tattica e gioco in verticale. E quel palla avanti palla indietro semplicemente da manuale del football.
Se ne è accorto anche Benitez ieri sera al ‘Castellani‘: una vera e propria lezione di calcio quella di mister Sarri, che si è finalmente tolto la soddisfazione di battere una grande.
L’Empoli dei primi 45’ sarebbe da studiare a Coverciano. Poi un calo, ovvio, nella ripresa, dove il Napoli è riuscito finalmente a farsi vedere concretamente dalle parti di Sepe. Ma recuperare lo svantaggio non era semplice, soprattutto se Higuaìn non fa l’Higuaìn e niente va come dovrebbe.
Merito sicuramente dei favolosi ragazzi di casa; erano riusciti a mettere in difficoltà gli azzurri anche all’andata, ma questa volta non si sono fatti fregare. Hanno sconfitto il Napoli e lo hanno fatto egregiamente, dimostrando che c’è ancora spazio per le piccole realtà. E l‘Empoli, quest’Empoli, è una bellissima realtà. Che un po’ tutti, ora come ora, sappiamo apprezzare. Con la speranza che il giocattolo non si sfasci in estate. Ma mettiamoci l’anima in pace, perché dopo un’annata così è difficile non attirare l’attenzione. Sia per Sarri che per i suoi calciatori.
Passo falso inaspettato per gli azzurri, che ora si allontanano dalla zona Champions: la Roma è a più cinque, la Lazio a più sei. Il tonfo di ieri è veramente preoccupante: forse la stanchezza per i troppi impegni, forse l’aver sottovalutato l’impegno, ma questa fragilità più psicologica che tecnica lascia un’infinità di perplessità. Sembrava finalmente un Napoli maturo, un Napoli che poteva seriamente pensare di arrivare secondo. E invece la faccenda torna nuovamente a complicarsi.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)