A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
Ce l’aveva scritto in faccia, contro la Samp se l’è pure fatto scrivere sulla maglia.
100, come le partite in maglia azzurra di José Maria Callejón da Motril, quasi come fosse un Santo. Uno di quelli di cui ti scordi difficilmente.
100, con un sorriso largo così a dimostrare che in due anni il rapporto creato con l’ambiente, i tifosi, la società e soprattutto il campo è ancora lì, e non in quelle valigie che ormai da qualche mese dovrebbero accompagnarlo vista la sua voglia di andare via da Napoli, denunciata dai giornali.
LA ROMA E LA ROJA – È tornato a piacere da un po’ di settimane, a piacere come aveva sempre fatto da quando è arrivato a Napoli; a Cagliari, una settimana fa, ha anche aperto la strada al successo, mentre con la Samp ha ben figurato, mettendo in crisi la retroguardia ospite.
Crisi, è proprio una delle parole che forse più avrà ascoltato José in questi ultimi mesi di Napoli: un calando incredibile, quasi inarrestabile negli ultimi mesi dell’anno, con un bimestre novembre-dicembre da cancellare.
Poi il ritorno in campo dopo la sosta natalizia, il gol nel giorno dell’epifania a Cesena che sembrava poter cambiare le cose così come era cambiato l’anno; ma era solo illusione, perché lo spagnolo s’era fatto risucchiare in quel vortice che l’aveva colpito a novembre, dopo la partita con la Roma al San Paolo – forse la migliore della sua stagione – e soprattutto dopo la prima convocazione della sua vita con la nazionale spagnola. Una convocazione che José s’era guadagnato con il sudore e con i denti; meritata, più di molti altri.
Ma la Roja aveva restituito al Napoli tutt’altro Callejón rispetto a come se lo ricordava Napoli.
Niente più gol, ma soprattutto niente più sorrisi. Il sudore e l’attaccamento alla maglia, quello sempre, per uno dei calciatori che, anche grazie alla famiglia, si è maggiormente sentito a casa a Napoli.
EL CIEN POR CIEN – Ma il vortice negativo che aveva risucchiato l’ex Real Madrid riguardava le sole marcature: Callejón è l’hombre del cien por cien, del cento per cento, uno che in campo, comunque vada, ti lascia sempre l’anima.
E così è stato, infatti; tanto che Rafa Benitez, uno che stupido non è, l’ha sempre messo in campo, consapevole che il numero 7 fosse l’ago della bilancia di questo Napoli. Se non c’è incisività offensiva, allora ecco che te lo ritrovi in difesa a marcare come un vero terzino, e la copertura in fase difensiva è una delle armi migliori dello spagnolo.
Ma il gol, per uno che fa il giocatore offensivo e che è cresciuto nella Casa Blanca madridista, non è un di più, anzi. Callejón si è ripreso allora il Napoli con calma, con il sorriso, come sa fare.
Ha raggiunto i 12 gol in campionato dopo le marcature con Fiorentina e Cagliari, ha esordito nell’esultanza anche in Europa League, importante con il primo gol del 2-2 con il Wolfsburg che ha permesso al Napoli di ritrovarsi alle semifinali di Coppa.
Ma soprattutto, è tornato a correre, assistere, esultare davanti al suo pubblico, quello di un San Paolo da sempre di lui innamorato.
El cien por cien Callejón lo darà sempre, e da quel cento per cento riparte il Napoli anche ad Empoli, stasera.
Stavolta sarà per lui la presenza 101. Come la carica, quella che serve al Napoli per vincere, per continuare a sperare.