Dopo gli incresciosi fatti di Bergamo, Lorenzo Tonelli, difensore dell’Empoli, ha raccontato la sua verità in conferenza stampa. Ecco le dichiarazioni riportate da ‘Sportmediaset’: “Si trattava di una partita importante, uno scontro salvezza, durante la gara ci può essere del nervosismo dovuto all’eccessivo agonismo. Questo ovviamente può portare a duelli fisici un po’ più ruvidi e a delle provocazioni che ci sono state da entrambe le parti, sono normali durante una partita. Finito l’incontro sono andato a salutare i tifosi, ho stretto la mano agli arbitri e sono andato negli spogliatoi. Quello che ho letto, che avrei minacciato Denis davanti al figlio nel tunnel è falso e ci sono persone che hanno visto che non ero lì ad aspettarlo. Mi chiedo come abbia fatto il Procuratore a scrivere quelle cose, come le abbia sapute. Un toscano non dice “Ammazzo a te”, direbbe “ammazzo te”. Erano passati venti minuti dalla fine, ero dietro la porta e sento Denis che mi chiama. Mi affaccio, lui fa finta di volermi parlare e mi dà un cazzotto sullo zigomo a tradimento. Io faccio un passo indietro e vado verso di lui, appena uscito dallo spogliatoio c’era Cigarini che mi ha fermato. Denis è tornato e mi ha dato due pugni in testa, ho spostato Cigarini e sono andato verso Denis. Mi ha fermato un dirigente dell’Atalanta e mi ha buttato in terra, si sono spente le luci e Denis è scappato. Se l’Atalanta avesse porto subito delle scuse, non sarebbe successo niente. Hanno voluto portare delle giustificazioni per salvarlo dicendo falsità. Più che danni fisici, sono quelli morali qui. Sentire dire che ho minacciato lui ed il suo bambino di morte… Che persona sarei? Sono tutte cose false, è questa la cosa che fa male. Vorrei capire dove ha tirato fuori il Procuratore quelle cose, sono venuti a chiederlo a me. Non possono farsi condizionare da chi è più potente. Cigarini? Mi ha chiamato sul pullman, ha giurato sui suoi figli che non c’entrava niente. Gli voglio chiedere: una persona che non c’entra niente non ha il tempo materiale di intercettarmi e di tenermi fermo. E’ stato un agguato premeditato. Lui mi ha tenuto e l’altro mi picchiava. La squalifica? Quella frase non c’è stata, il procuratore non può averla sentita. Vie legali? Decido con gli avvocati. La giornata di squalifica? Questa è la giustizia. Se Denis mi avesse chiamato? Dopo quello che ha fatto e quello che ha detto… che uomo è?”.
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