A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
Un, due, tre, quattro. Come una danza, come una rumba infinita. Il Napoli balla, ma non solo; la musica la detta anche in campo. Maestro d’orchestra e ballerino, gli azzurri costringono a ballare anche la Samp, vittima prediletta di una serata che comincia male – col gol di Eder -, ma continua meglio, con gli assoli degli interpreti di casa. Prima Gabbiadini, che da ex conosce bene i punti deboli dei suoi vecchi compagni di merende. Poi sale in cattedra Higuain, con una doppietta, e nel frattempo la sonata per pianoforte e orchestra di un Insigne che veste la fascia di capitano non solo in distinta, ma anche in campo.
PARTENZA IN SALITA – Benitez aveva sorpreso ancora una volta tutti. Dentro Henrique, non c’è Strinic, e in mezzo al campo ci mandiamo Jorginho con López; l’italo-brasiliano e lo spagnolo saranno tra i migliori in campo, l’uno rubando e impostando, l’altro ammazzando le avanzate altrui. Azzeccata la scelta di dare ad Insigne la fascia da capitano. Il napoletano gioca un grande match e trascina i suoi, coadiuvato da un Gabbiadini in forma super e ad un ritrovato Callejón. Ma passa un quarto d’ora ed ecco che arriva, puntuale, la solita doccia fredda: Eder taglia come il burro la difesa azzurra, che poi con Albiol si fa gol da sola. Ma stavolta la reazione è da grande squadra. E la calma non si perde. Così da riuscire a recuperare il tutto, con un pizzico di fortuna e la classe dei grandi: chiedere a mezza Italia cosa ha pensato sullo scambio Gabbiadini-Higuain che ha poi portato al gol del vantaggio.
LE LACRIME DI LORENZO – Il sigillo di Insigne ad inizio ripresa é il momento più importante del match. Dopo il crociato rotto e quattro mesi di inferno, Lorenzo riesce oggi a giocare 90 minuti e ad essere leader: corre, segna, va sotto la curva e quasi si lascia andare alle lacrime. Poi mostra la maglia, la tira a sé, la stringe, la ama e si vede. Ne mostra ogni angolo e ne va fiero, dopo l’onere della fascia sul braccio. La Samp va in confusione e a chi guarda viene facile la domanda: “Ma perché non giocano sempre così?” Forse perché non si gioca sempre con la Samp, che ai colpi subiti non riesce a reagire. Il Napoli tiene il campo e affonda che è una bellezza, con un occhio anche agli impegni della settimana; nelle sostituzioni c’è Hamsik che va a prendersi il rigore che chiude il match. Prima di tornare a casa, Muriel decide di regalarsi un eurogol per riempire il tabellino di un altro gol. Ma è tutto inutile per la classifica perché i blucerchiati restano ora 6 punti dietro mentre la squadra di Rafa si mette a 2 punti dalla Roma e a 3 dalla Lazio. Il campionato non più bello, ma sicuramente più interessante degli ultimi anni non è ancora finito. Il Napoli alza la mano e risponde presente ancora nella corsa alla Champions. Benitez voleva arrivare vivo alla spiaggia; bene, il Napoli ha ancora fiato per nuotare, e alla sabbia manca poco, veramente molto poco.
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