Ferlaino: “Il nuovo Napoli è fortunato. Benitez non può dettare condizioni”

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Corrado Ferlaino, storico presidente del Napoli scudettato, è intervenuto così ai microfoni di ‘Sky’: “Il Napoli incassava 20 miliardi e ne spendeva 35 solo d’ingaggi. Il nuovo Napoli è fortunato, non è partito con i debiti pregressi. Al tempo fu un bagno di sangue per molto squadre”. 

 

BENITEZ – Il futuro dello spagnolo secondo Ferlaino: “Credo non debba dettare condizioni al presidente, altrimenti il presidente diventa lui. Deve solo decidere se ha fiducia o meno nella societàSecondo me va via, perché le condizioni sono durissime e De Laurentiis non può rispettarle. Credo le abbia imposte proprio perché vuole andare via. O chiede scusa a De Laurentiis e ritira tutto, o dovrà andare. Lo spagnolo attualmente è amato in città, perché sta vincendo“.

 

CHI PER IL DOPO RAFA – Le preferenze dell’ex presidente per il dopo Benitez: “Tra Rafa e Mihajlovic preferisco un tecnico che abbia feeling col presidente. Certo però ci sono due novità nell’ultimo periodo: il Napoli può vincere l’Europa League e può arrivare terzo. Se questo dovesse succedere e Benitez non avrebbe altra squadra dove andare, potrebbe anche restare“.

 

MARADONA – Fuoriclasse indiscusso e, spesso, ingestibile: “E’ stato un atleta perfetto, amato da squadra e città, anche se l’ultimo anno è stato difficile gestirlo. A volte oggi dice cose contro di me, ma a me interessa solo il giocatore Maradona, non l’uomo, come per tutta Napoli“.

 

ULTRAS – Il pensiero di Ferlaino sul movimento ultrà: “All’inizio creammo un’associazione e tutti i gruppi di tifosi dovevano farne parte. Poi però sono nati i gruppi indipendenti, pieno di delinquentelli camorristici, legati agli ultrà. Io ho avuto bombe prima, durante e dopo gli scudetti, di cui anche una in villa. Aereo con striscioni intorno allo stadio, il tutto pagato dalla camorra. Ai miei tempi la camorra napoletana era legata a certi ambienti e io ho sempre provato a combattere tutto questo, lottando contro ingressi gratis e cose del genere, evitando di riconoscere questa realtà. Oggi è cambiato molto. Gli ultras odiano tutto, città, presidente, giocatori. Si cresce con la logica dell’odio ormai“.

 

 

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