“L’errore che non mi perdonerò mai? Lasciare andare via Jaap Stam. Non avrei mai dovuto venderlo.” Alex Ferguson
Alex Ferguson ci ha sempre visto giusto.
Il reale scouting del Manchester United, un acuto osservatore sportivo.
Alla continua ricerca di calciatori capaci, scaltri e cattivi.
Dal “The Sun” al “Bild” tutti i nomi presenti nelle liste dei piu’ cruenti, sono passati alla corte del Re.
Uno tra i tanti, un ragazzetto minuto che nessun osservatore prendeva in considerazione ma che
crescendo ha messo in mostra le sue doti e le sue immense capacità.
Come il brutto anatroccolo, Jaap Stam si è trasformato in un cigno nero.
Faccia da duro, sguardo tenebroso, 1.91 cm per un corpo statuario.
Un Capitano senza fascia, per i colleghi e per i tifosi delle varie squadre che l’hanno accolto.
Olandese, figlio di un elettricista e di una casalinga.
Giocava per strada ad ogni ora, quando non si allenava per la squadra dilettantistica della sua città.
Tifoso dell’Ajax, sognava da bambino, di riuscire ad indossare quella maglia.
Il destino, a volte, può cambiare per un assurdo gioco delle parti.
Ala destra, viene utilizzato come difensore centrale durante una partita sotto lo sguardo attento di alcuni procuratori.
Prestazione eccelsa, lodevole che gli consente di preparare la valigia, destinazione “Sogno che si realizza”.
Approda nella massima serie olandese, l’Eredivisie. Passaggio al Cambuur, poi al Willem per l’ingaggio che conta al PSV Eindhoven.
Ferguson lo scopre proprio li, nel PSV Eindhoven e lo pretende.
I Reds hanno bisogno di un uomo di spessore che guidi la difesa.
Nel Manchester United, vince praticamente tutto.
Il suo carattere irruento ed ingestibile, gli causa non pochi problemi.
L’ultimo, una lite furibonda con il gran Capo, che lo cede alla Lazio di Cragnotti.
La Lazio lo accoglie a braccia aperte, Mancini lo elogia facendo di lui un leader.
Ma anche a Roma lascia le sue tracce, squalificato per cinque mesi per uso di nandrolone, spera di ritornare ai diavoli rossi.
Un altro diavolo però lo tenta, il Milan.
Da Roma a Milano, gol e prestazioni mai sottotono.
Crudo e con una soglia del dolore, elevatissima.
Euro 2000, l’Olanda incontra il Belgio.
Calcio d’angolo, in elevazione prende in pieno la testa dell’avversario che cade, stordito.
Stam sanguina copiosamente ma nessuna reazione.
Si avvicina alla panchina, ago e filo.
Nove punti di sutura, senza anestetico e di corsa in campo.
Ricordi non felici anche per Pietro Parente, calciatore dell’Ancona e sfortunata vittima di Jaap.
Ancona vs Lazio, Jaap con un’entrata assassina rischia di falciare la caviglia di Parente, che prontamente salta l’uomo,
si volta ed azzarda un calcio alla caviglia del difensore olandese.
Gesto imperdonabile, il tempo di alzarsi e mani alla gola nel tentativo di strangolarlo.
Il terrore negli occhi del giocatore dell’Ancora, parlava.
Stessa sorte toccò a Vieira, durante il match Manchester vs Arsenal.
Non nuovo alle liti il calciatore dell’Arsenal, dopo lo scontro con Keane.
Ma Stam, a dfferenza di Keane, non lasciava spazio a spiegazioni.
Giu’ duro, mani alla gola e due squadre in campo che si accendono per tutelare i propri calciatori.
Dal rettangolo verde al centro del ring.
Stam non aveva pietà per nessuno, in campo aveva il totale dominio.
Correva l’anno 1999, Champions League.
L’Inter affronta il Manchester United.
Scontro tra Ivan, Zamorano vs Stam.
Nessuna entrata assassina, nessuna gomitata o testata, semplice prestanza e forza fisica.
Spostarlo o almeno provarci, impresa riuscita a pochi, forse a nessuno.
Attacchi ai fratelli Inzaghi, in campo e fuori.
Nella sua biografia, condanna il maggiore dei fratelli, Filippo per la sua dote nelle sceneggiate e per le cadute da acrobata.
Ancora piu’ furente nei confronti di Simone Inzaghi.
Durante un match, Milan vs Lazio, dopo un tackle non certo innocente.
Simone Inzaghi lo minaccia di tagliargli la testa, una volta fuori.
Detto ad uno come Jaap è fuoriluogo oltre che un azzardo vero e proprio.
Nel suo libro infatti, aggiunge “A distanza di anni, sto ancora aspettando di capire, dove aveva intenzione di sgozzarmi”
Lascia il calcio giocato nel 2007, indossando come ultima maglia, quella tanto amata dell’Ajax, di cui è stato anche allenatore. Squadra che ha lasciato lo scorso anno per lo Jong Ajax che allena ancora oggi.
Carisma, fascino, doti spettacolari.
Un mix perfetto in una testa calda.
… Stay Tuned!!! Un cattivo azzurro, verrà a farvi compagnia.
Di Anna Ciccarelli