COLPI DI JENIUS – Liverpool, Roma e quella voglia di anni ’90

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È ancora a Liverpool, ma farà la valigia e ripartirà presto alla volta di Castel Volturno.
Rafa Benitez, nella parte più grigia e fumosa d’Inghilterra, si gode le ultime ore di questo lungo week end senza calcio per club insieme alla famiglia, conscio che quando li rivedrà gran parte della stagione e della sua esperienza al Napoli saranno decise.

 

OBIETTIVO ROMA – Quella con la Roma sarà solo la prima di una lunghissima serie di partite decisive che aspettano il Napoli in questo mese di Aprile. Un mese fondamentale nell’economia presente e futura della squadra, un mese in cui non solo le sorti della società, ma anche quelle di tecnico e giocatori, potranno essere decise.
La trasferta all’Olimpico nel sabato santo presenta già tutte le insidie del vero dentro o fuori: una sconfitta sancirebbe l’allontanarsi definitivo della Champions, un pari o un risultato positivo potrebbero invece far morale oltre che bene alla classifica. Lazio, Samp e Fiorentina aspetteranno. Con i viola si giocherà proprio al San Paolo il turno successivo, e anche lì i margini di errore sono inesistenti.
A metà tra Roma e Fiorentina, la sfida con la Lazio, sempre a Fuorigrotta, per il ritorno della semifinale di Coppa Italia, il primo obiettivo concreto da giocarsi.

 

VOGLIA DI COPPE – Ma fuori dai confini nazionali, la sfida col Wolfsburg per l’accesso alle semifinali di Europa League attirerà molta attenzione e concentrazione.
Benitez vorrebbe riportare a Napoli quella che fu l’era d’oro del calcio italiano nella seconda competizione calcistica europea.
Quei dieci anni, dal 1989 al 1999, in cui le squadre italiane vinsero per ben otto volte l’allora Coppa Uefa.
Tre volte l’Inter, due volte Juve e Parma, una volta proprio il Napoli, apripista di quella serie vincente.
Oggi solo gli azzurri e la Fiorentina possono portare in alto il nome del calcio italiano a quelle latitudini: Rafa e Montella guardino le cassette di quel decennio d’oro, e qualcosa sarà possibile.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

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