La notte degli orrori

 

Crudelia DeGol by Stefano Tomassetti
Mancano tante partite ma questa squadra è forte e dobbiamo lavorare dimenticando questa partita” -Henrique Buss

Questa partita, quella contro l’Hellas Verona, contro il Palermo e farne bagaglio.

Non il bagaglio delle rassegnazioni e delle occasioni perdute, no.

Il bagaglio dell’esperienza, della consapevolezza e della rinascita.

Nella notte degli ex che si trasformano in supereroi.

Nella notte di Sportiello che si innalza ad angelo beatificato.

Nella notte di Calvarese e della perdita, momentanea della memoria.

Il Napoli aveva motivi e motivazioni per portare a casa i 3 punti.

Chi è causa del suo male, pianga se stesso.” Recita un vecchio proverbio.

Ed ancora una volta, l’ennesima beffa.

Pareggio inutile, contro una squadra che poteva essere battuta.

Possesso palla, cross, tiri nello specchio e la Dea Bendata che ha salvato sulla porta.

Le percentuali, soprattutto a favore, con un pareggio come epilogo, non sono un toccasana.

Il Napoli doveva vincere, senza attenuanti.

Ma questo Napoli riserva sorprese, cali e discontinuità che allo scadere, puniscono.

La notte degli orrori, nell’inferno del San Paolo, semi deserto.

In campo, ancora DeGuzman e Callejon.

L’olandese non regge i ritmi, non sovrappone, non accelera.

Osserva la manovra ma non partecipa.

Un burattino, al quale sono stati spezzati i fili ed il dubbio permane.

Perché  insistere con un calciatore con un basso rendimento, a discapito di Mertens che, nelle ultime partite è ritornato la certezza di un tempo?

Stesso dilemma, stessa incomprensibile scelta che perdura nei confronti di Callejon.

Si sacrifica ma senza ottenere risultati e sotto porta, svogliato e lento, non ha un buon rapporto con il gol.

Annita e la gastrite nervosa sono inseparabili, ormai. “Pure stasera, mi sono intossicata. Calvarese o non Calvarese, dovevamo vincerla per merito e con convinzione. Le polemiche ed i tweet della società, eccessivi e controproducenti. A testa bassa e a lavorare”

Lavorare certo, il prossimo impegno è contro la Roma. Se si dovessero valutare le ultime prestazioni della squadra di Garcìa, si parlerebbe di una piccola e come sappiamo, con le piccole il Napoli soffre.

Ma ci sono le Nazionali e ben 15 giorni senza campionato.

La sosta, utile in un momento come questo? Non le ho mai appoggiate. Destabilizzano, stancano, deconcentrano.

Ma le Nazionali esistono, cruda verità.

A Castelvolturno, resta uno scugnizzo che scalpita. A cinque mesi dal suo infortunio, Lorenzo Insigne, aspetta il momento per colpire.

All’ingresso in campo di Zapata, l’amarezza mista a rabbia, parlava più di mille parole.

Ma la legge del giustiziere non perdona.

Entra a partita in corso, 10′ ed è fatale. I gol segnati in base al minutaggio lo portano nell’Olimpo dei nomi che contano.

Assist di Hamsik e Zapata c’è. Colpo di testa, insacca, riprende la palla ed incita.

Serve questo, serve il gruppo, serve una squadra che in campo lotti, ringhi, ruggisca.

Come il leone Gokhan Inler.

Troppe prestazioni altalenanti, troppe cadute e troppi errori che si ripetono.

Una partita spettacolare, seguita da una mediocre, sulla scia di un’altra insufficiente.

In campo si scende per vincere, vince chi gonfia la rete.

La Lazio, batte l’ Hellas Verona, che ci ha puniti.

La Sampdoria, con prodezza di Eder, si regala la vittoria contro l’Inter delle giocate geniali.

Il Palermo non conquista i tre punti, dalla vittoria contro gli azzurri.

Non sono scienziati contro di noi, siamo noi a concedere troppo.

Nostre le colpe e le mancanze.

Si dovrebbe imparare dagli errori per non commetterne ancora.

Eppure, ogni volta, si ripete la stessa storia.

Campionato, Coppa Italia, Europa League e siamo ancora in corsa.

Proviamo a vestire i panni dei supereroi e a vincerle noi.

Di Anna Ciccarelli

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