Il calvario di Calvarese

Utilizzare il termine ‘confusione’ potrebbe essere un eufemismo. Anzi, lasciamo perdere il condizionale. Ieri sera è successo di tutto e di più; e la notizia peggiore è che di calcio ne abbiamo visto veramente poco. Il Napoli conferma il periodo poco esaltante, l’Atalanta trova il gol un po’ per caso e poi piazza il pullman davanti all’ottimo Sportiello. E come se non bastasse, di mezzo ci si mette anche Calvarese, che, ahinoi, diventa protagonista di giornata con qualche decisione incerta di troppo.

E partiamo proprio dal gol con cui Pinilla ha sbloccato il risultato, perché inizia da lì la serata horror dell’arbitro. Il fallo dell’attaccante cileno su Henrique sembra evidente, ma il fischio non arriva: Andujar saltato e palla in rete. L’episodio scatena la rabbia di Benitez e calciatori; e gli orobici, ovviamente, fanno di tutto per provocare ulteriormente gli azzurri. La gestione del fischietto di Teramo lascia parecchio a desiderare: la partita gli sfugge di mano e comincia ad ammonire gente un po’ a caso. Altro episodio chiave: Pinilla commette fallo, l’azione continua e fra i piedi di Mertens capita la palla del 2-1. Calvarese, però, pensa bene di non concedere il vantaggio: fischia il fallo in favore del Napoli e va ad ammonire l’ex Cagliari.

Siamo ben consapevoli, però, che parlare di arbitri non è mai una cosa giusta, soprattutto in una partita simile. Il Napoli è stato condannato da alcuni episodi sfortunati, certo, ma la partita doveva andare in modo diverso già dal primo minuto. Gli azzurri faticano: i tanti impegni si fanno sentire, i limiti di alcuni interpreti anche. Un primo tempo praticamente non giocato, leggermente meglio il secondo, ma non ci siamo. A salvare il Napoli dal definitivo tracollo ci pensa Zapatone, che quando scende in campo riesce sempre a lasciare il segno.
Insomma, il Napoli ha meritato di non vincere: si sta scavando la fossa con le proprie stesse mani. Non con quelle di Calvarese.

di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)