Mosca per rialzare la testa: Rafa e Gonzalo guidano la riscossa

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Non sarà come la campagna di Russia del 1812. Rafa non è Napoleone e soprattutto il Napoli non ha 600mila uomini per invadere Mosca. Ma in termini di importanza, potrebbe essere la stessa cosa. Con risvolti positivi, s’intende.
Perché il Napoli non invaderà nessuno, semplicemente cercherà di portarsi a casa ancora quella qualificazione ai quarti di Europa League che è obiettivo primario al momento e che all’andata, almeno a metà, è già stata messa in tasca.

 

L’ATTACCO È LA MIGLIOR DIFESA – Non hanno due sistemi difensivi eccelsi, Dinamo Mosca e Napoli, con le lacune dei russi evidenti mostrate al San Paolo. Tanto che i guai azzurri in retroguardia quasi scomparivano. I ragazzi di Benitez non dovranno provare a gestire il risultato, ma piuttosto giocare come se nulla fosse successo all’andata.
È l’attacco la miglior difesa, e una squadra che può contare su un reparto offensivo così forte è obbligata ad attaccare, anche nel freddo di Mosca.
I padroni di casa ci crederanno, e proveranno a ribaltare il 3-1 di Fuorigrotta, magari sorprendendo gli azzurri proprio come fatto al secondo minuto dell’andata. Ma dopo la batosta di Verona, come saprà reagire il Napoli?

 

MOSCA PER RIALZARE LA TESTA – Sarà vendetta? O vedremo ancora l’atteggiamento involuto di una squadra che rischia di perdere il treno Champions in campionato? Che Benitez abbia puntato tutto sulla Coppa sembra impossibile, da allenatore di esperienza quale è lo spagnolo, ma è proprio dalla Coppa che il Napoli dovrà ritrovare gli spunti giusti.
Quelli della vittoria, che manca ormai in campionato da un po’. Quelli del gol, che fuori casa manca da troppo tempo.
Per ovviare a tutti i problemi, sarà ancora una volta Gonzalo Higuain il trascinatore azzurro: 6 gol già in Europa, dominatore di un’annata fatta di troppi alti e bassi per uno come lui.
Uno che la Champions la merita. E che ben conosce i suoi obiettivi.
In fondo, vincere la Coppa ti porterebbe dritto dritto al piano superiore, no?

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

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