COLPI DI JENIUS – Tra la Champions e i record di Cavani. Un Pipita è per sempre

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“I diamanti sono i migliori amici delle ragazze”, secondo Marilyn Monroe in una famosa battuta del film ‘Gli uomini preferiscono le bionde’ del 1953, così come i Pipita sono i migliori amici dei ragazzi. Anzi, il Pipita. Perché di Gonzalo Higuain ce n’è uno, ed è a Napoli da ormai quasi due anni.
Ma è in questa seconda stagione d’azzurro che il bomber argentino, arrivato anche al massimo livello di maturità per un calciatore della sua classe, sta conquistando ancor di più i cuori dei suoi sostenitori.

NUMERI DA CAPOGIRO – Se spulciamo le statistiche vedremo come, a qualche mese ancora dalla fine della stagione, Higuain ha ancora tutte le possibilità per migliorare la sua annata azzurra.
Il primo anno l’ha chiuso con 24 gol e 12 assist totali, in 46 partite disputate tra campionato, coppe europee e coppa nazionale.
Ad oggi, con marzo ormai inoltrato, sono già 23 i gol messi a segno (13 in A, 1 nel preliminare di Champions, 1 in Coppa Italia, 6 in Europa League e 2 in Supercoppa), con 7 assist realizzati, in già 40 partite. Segno, questo, che anche fisicamente l’argentino ha innalzato gli standard a cui aveva abituato Napoli nella prima stagione.
Numeri da capogiro, che denunciano la qualità di un calciatore che vive del lavoro della squadra, ma sa anche caricarsela sulle spalle quando deve.
Tutti giocano con il Pipita, e non per il Pipita. La più grande differenza tra lui e il bomber che l’ha preceduto.
Cavani, appunto: il record di gol in campionato dell’uruguaiano è distante (29 reti nell’ultimo anno a Napoli), ma quello di reti siglate in Europa League può essere eguagliato da Higuain, oggi a quota 6 nella seconda competizione europea col Matador che ne mise a segno 7 nel 2012/13.

 

FUTURO AZZURRO – Ma quanto potrà ancora fare la differenza, Higuain, in Europa League?
Basta alzare gli occhi e dare uno sguardo: al piano superiore, quello della più nobile Champions, di attaccanti al suo livello non ce ne sono molti. E il Pipita con quella musichetta che ha già ascoltato pure al San Paolo ci va a nozze, ballandola come un primo interprete al San Carlo.
L’argentino sa di meritare quei palcoscenici nel momento più importante della sua carriera, e quei palcoscenici vorrebbe raggiungerli proprio col Napoli.
Dal terzo posto e dalla qualificazione alla Coppa dalle grandi orecchie passeranno le speranze di permanenza in azzurro anche nella prossima stagione.
Che ci sia Rafa o meno sulla panchina.
Perché se un diamante è per sempre, per un Pipita può essere lo stesso.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

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