Come un mago: al posto giusto e nel omento giusto.
Gonzalo Higuain toglie il cilindro, e ne estrae tre gol – due di rara fattezza – che rilanciano il Napoli dopo un avvio da gancio destro in pieno volto.
Il cilindro avrebbe dovuto toglierlo per forza: il colpo di testa con cui sigla la prima rete è così millimetrico, così preciso, da non poter essere messo in atto in altro modo.
Un po’ mago, Gonzalo Higuain, ma anche un po’ pugile: come il miglior Rocky Balboa che prende a pugni il russo Ivan Drago, scende dal ring e si porta a casa i guantoni.
C’è il ritorno, e bisogna già pensare a quello.
PRONTI, PARTENZA E GOL – La squadra di Benitez, però, scende in campo con ritardo. Ci mette almeno cinque minuti per raggiungere l’avversaria sull’erba del San Paolo, e in quei primi cinque minuti incassa un gol, rischia di incassarne un altro, e quindi di mettere a serio rischio il discorso passaggio del turno, sempre fortemente condizionato dai gol presi in casa.
Poi il risveglio, e le prime occasioni. Ma, come sempre, gli azzurri devono fallirne un bel po’ per poi trovare quella giusta.
E la più difficile arriva sulla testa del Pipita, che non si fa pregare troppo per siglare il pari.
Tra le note più liete della serata c’è anche Dries Mertens: al belga manca solo il gol, perché è tornato a brillare e risplendere, è tornato a far impazzire le difese, è tornato ad essere decisivo. E a guadagnarsi il rigore, in questo caso.
Tre passi, tiro centrale a mezz’altezza, e Gonzalo fa il secondo.
TRE GOL E L’AMARO IN BOCCA – Arriva il terzo nella ripresa, ma potevano essere quattro, cinque. Sarebbe stato meglio. Perché il ritorno nella capitale russa non sarà, in ogni caso, cosa agevole.
Il Napoli sa bene quanto un 3-1 casalingo possa essere illusorio, ma la Champions e la trasferta a Londra contro il Chelsea sono un’altra storia. L’avversario ha stavolta dimostrato di essere alla portata, confermando le buone previsioni fatte in sede di sorteggio.
C’è una sola squadra che può fermare il Napoli. Il Napoli stesso.
Rafa lo sa, e l’ha visto in quei due primi giri di lancette della gara.
Dovranno ripartire dal terzo minuto, e dai tre gol del Pipita.
Uno che in Europa League ci sta come sta il gin in un Martini dry: buono, buonissimo e di gran classe. Ma te lo puoi permettere per poco, poi ha bisogno di palcoscenici più importanti.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)