Una lunga e bella intervista quella che Dave Appadoo di France Football ha fatto a Rafa Benìtez. Si parla a tutto tondo della sua esperienza e del suo modo di intendere il calcio, con il finale che ovviamente non è incoraggiante e fa più rumore di ogni altra cosa. Ma va contestualizzato, compreso, analizzato. Napolicalciolive.com ha tradotto la chiacchierata fra i due. Ne vien fuori un profilo completo dell’allenatore che sta dando al Napoli una dimensione internazionale: “Mi sono formato sul modello dell’Ajax degli anni ’70, ma anche il Real della quinta del Buitre mi ha dato molti spunti. Il mio modello di riferimento è però il Milan di Sacchi. Nel periodo in cui stavo studiando da allenatore quella squadra fu capace di demolire letteralmente uno dei migliori Real Madrid della storia. Quell’organizzazione di gioco, quel pressing, il modo di occupare gli spazi, l’intelligenza di ogni giocatore di essere al posto giusto al momento giusto. Quella per me è la perfezione: sono cose che mi sono rimaste dentro”.
BENITEZ IL DIFENSIVISTA (!) – L’intervista si sviluppa sulle sue preferenze e sulle sue caratteristiche di allenatore. Il primo aneddoto che viene svelato, parlando di etichette, è la differenza abissale che c’è fra la sua immagine in Spagna e quella che invece viene percepita in Italia. Una differenza che la dice molto lunga sull’abisso che c’è fra le due filosofie di gioco: “E’ divertente questa cosa. In Spagna mi affibbiano da sempre l’etichetta di difensivista, forse è un equivoco che deriva da quando allenavo il Valencia. Effettivamente rispetto al Real e al Barça quella era una squadra piuttosto solida. Ora in Italia sono passato ad essere uno che si concentra troppo sulla fase offensiva. Io penso sia semplicemente una questione di equilibrio. Ho guidato squadre che hanno segnato più di cento gol, come il Liverpool o lo stesso Napoli. La verità è che amo semplicemente far giocare bene le mie squadre. Non credo molto nelle vittorie con un gioco insoddisfacente. Può essere un episodio, ma alla lunga chi gioca male perde. Io amo che le mie squadre vincano giocando in maniera logica, ovvero senza lasciare alternative agli avversari”.
BENITEZ RE DI COPPE – Don Rafa è soprannominato ‘Re di Coppe‘ perché in genere le sue squadre funzionano meglio nelle competizioni ad eliminazione diretta. La risposta alla motivazione di questa sua caratteristica peculiare è molto semplice: “Per vincere i campionati bisogna avere tutti gli effettivi al massimo livello, ovvero un undici di valore e tantissime riserve di buon livello. Si gioca tutti i mesi, tutte le settimane. Io credo di aver allenato tante buone squadre, che però non erano mai le migliori. La differenza nel calcio ormai la fa soprattutto l’aspetto economico. Guardate le squadre che dominano nei rispettivi campionati, Juventus, Real e Barça, Bayern, la lotta Chelsea-Manchester in Premier. Cosa accomuna queste squadre? E’ semplice, sono le più ricche. Nelle coppe si schierano i migliori a disposizione, e allora lì può deciderla anche semplicemente una tattica o una scelta in corsa. Penso sia per questo che preferisco le Coppe”.
BENITEZ E L’ITALIA – La lunga chiacchierata prosegue con un’analisi della sue esperienza inglese, poi arriva il momento di rapportarla con l’Italia sul piano della tattica: “Qui l’approccio tattico è molto diverso che in Inghilterra. I calciatori sono più ricettivi alla tattica e hanno una comprensione del gioco mediamente più alta. Oltremanica i tempi di gioco sono molto più serrati, le squadre italiane invece sono più pazienti e quindi sono più difficili da battere. Napoli è una città passionale, a volte troppo, e a me piace perché anch’io ho un’indole latina. I tifosi amano lo spettacolo e apprezzano l’approccio tattico più audace. Ci intendiamo bene, almeno così credo.
BENITEZ E IL MERCATO – La prende alla larga, il giornalista. La prima domanda è generica sulla Ligue 1, l’altra va più nello specifico, chiedendogli se si vede in futuro allenatore del PSG. E Benìtez si tiene sul vago ma di fatto non chiude la porta per il futuro: “La Ligue 1 è un campionato che mi interessa molto, è uno dei sei campionati che guardo con più attenzione, i top europei e la MLS americana. Ci sono ottimi giocatori, molto tecnici. La materia tattica è meno sviluppata che in Italia e il ritmo non è lo stesso della Premier. Ma è un campionato in crescita, dove molti modelli esteri si stanno assimilando in fretta e consentono a tutti di migliorare rapidamente. Io adesso sono a Napoli e mi concentro su questa avventura. Ma non posso mai prevedere cosa accadrà nel futuro. Ho conosciuto la Spagna, l’Inghilterra e l’Italia, e non avrei alcun problema a scoprire un nuovo campionato se c’è la buona offerta dalla squadra giusta e al momento giusto”. Risposta sibillina nel finale con tanto di sorrisino. Gli si chiede se potrebbe avere problemi con la lingua, lui risponde così: “Mais je parle dejà un peu français, vous savez…”
Di AntonioPapa (Twitter @antoniopapapapa – ShareSoccer @papalepapale)