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COLPO DI TACCO -Faustino Asprilla, genio e sgretolatezza.

“Se qualcuno fa un fallo a Messi, piangono dall’Argentina alla Nuova Zelanda. Ai miei tempi, io, Batistuta, Van Basten subivamo falli peggiori e nessuno si lamentava.” –F.Asprilla

Faustino Asprilla, Tino per gli amici e compagni di squadra, ne sapeva qualcosa di calcio violento.

Un ribelle, noto agli sportivi e ai commissariati di Pubblica Sicurezza.

Estro, genialità e sgretolatezza, in un mix perfetto, per rappresentarlo senza fronzoli.

Ci sapeva fare, in campo, eccome. Al Parma deve la sua consacrazione come calciatore, affianco ad Alessandro Melli si impone come seconda punta.

Ed è un tripudio per la sua carriera e per il rapporto, indelebile, stretto con la città e con tutti i suoi bar.

Non c’era barman che non abbia fatto la sua conoscenza e non c’era donna che non abbia ceduto al suo fascino.

In campo era un duro, un attaccante nato, con un ginocchio malandato.

In Colombia, era stato operato al menisco. Le tecniche di quegli anni, in una nazione non certo all’avanguardia in campo medico, non avevano restituito a quel ginocchio le sue doti.

Eppure, solo nella prima stagione, sigla 7 reti in campionato, in 27 partite.

Si allontanava dagli allenamenti, senza dare spiegazioni. Aeroporto e volo per Tuluà, la sua città natale, a suo dire, per rivedere la famiglia.

Ad Aprile del ’93, al suo ritorno, con una gamba ingessata e diversi lividi, affermò di essere scivolato mentre era in piscina. Ufficialmente, aveva spaccato dei finestrini di un autobus e preso a calci le portiere, solo perchè l’autista gli aveva tagliato la strada.

Tipo nervosetto e poco incline alla legalità. Prova, la condanna a sette mesi di reclusione, dopo che gli furono trovate in auto due pistole.

Non amava le divise, eppure la prigione era una calamita. Nel 1998, fu arrestato, per aver sparato con una mitragliatrice contro una pattuglia ad un posto di blocco.

I cattivi del pallone, quelli che sfasciano legamenti e che entrano sulle caviglie, come dei kamikaze. A suo cospetto erano delle femminuccie.

Lui in campo era impeccabile, corretto, leale.

Contro i cori razzisti, mai una reazione. Contro i difensori violenti, bastava uno sguardo, un colpo alla nuca avrebbe fatto sicuramente peggio.

Ma non riuscì a trattenersi a Rio de Janeiro, durante la partita Fluminense – Friburguense.

Sferrò un pugno in pieno viso a Luciano, con conseguente deviazione del setto nasale. Il direttore di gara, che era a pochi metri, non prese alcun provvedimento.

La sua fama lo precedeva, i suoi contatti con i narcotrafficanti erano noti ed i suoi problemi con la legge, innumerevoli.

Ai quali si aggiunse, dopo essersi allontanato da Parma, una denuncia per bancarotta fraudolenta.

Talento sprecato, un predestinato che non è stato capace di coltivare il suo futuro. Su di lui non si poteva contare, basti pensare alla partita Newcastle contro il Barcelona. Arrivò a partita iniziata e quando gli furono chieste spiegazioni, con un’alzata di spalle e con tono arrogante, informò i presenti di essere stato in compagnia di una donna.

Tutto gli doveva essere servito su un vassoio d’argento, mai osare contraddirlo o puntalizzare le sue negligenze.

Da calciatore a fotomodello, senza veli e senza alcun pudore ma rifiutando, per etica e rispetto, verso la sua famiglia, una parte in un film porno.

Tino, amante del web, non ha smesso di far parlare di lui.

Recente, una sua foto su twitter, in compagnia di belle donne, per pubblicizzare il suo marchio di preservativi.

Si, proprio cosi, dopo aver chiuso completamente con il calcio, si è messo a produrli.

Sapeva di avere doti innate e qualità pure. In un’intervista ha dichiarato, che se avesse giocato nel Milan, nell’Inter, avrebbe sicuramente vinto il pallone d’oro. Aggiungendo, con falsa modestia :’Se l’ha portato a casa Nedved, con tutto il rispetto..’

Con tutto il rispetto, aggiungerei, non è la maglia che si indossa a cambiare l’indole che si ha.

…. Stay tuned!! Ci sono macellai e macellai e poi ci sono personaggi fuori dal comune, come lui.

Di Anna Ciccarelli

Anna Ciccarelli

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Anna Ciccarelli

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