L’ex ala del Valencia, Miguel Angulo, attualmente allenatore delle giovanili del club, ha avuto modo di conoscere molto da vicino mister Benitez: il tecnico spagnolo ha guidato la squadra dal 2001 al 2004 e l’ex giocatore è stato uno dei perni della sua formazione. Ai microfoni di PianetaNapoli.it Angulo ha raccontato diversi retroscena sulla permanenza dell’allenatore azzurro nel club, pronosticando anche sul suo futuro: “Premesso che Benitez è un allenatore che ha sempre delle alternative da scegliere dove poter andar a lavorare, ritengo che lui ando’ via da Valencia dopo un triennio ed aveva esaurito il progetto tecnico. Questo mi lascia pensare che potrebbe rimanere a Napoli dove già ha fatto benissimo, per portare a termine il progetto per cercare di vincere il campionato e quindi rimanere almeno un anno, un progetto tecnico ideale infatti è di solito triennale”.
SEGRETI – Angulo racconta di aver appreso molto dal mister spagnolo: “Il modo di gestire il gruppo e far sentire tutti i giocatori importanti e finalizzati al progetto tattico, di fare sentire lo spogliatoio un gruppo unito e chiaramente il suo modo di vedere il calcio, un calcio propositivo ed offensivo salvaguardando gli equilibri della fase difensiva”.
RICORDI – L’ex giocatore rivela i momenti che maggiormente gli sono rimasti impressi: “Porterò sempre con me il suo modo di fare l’allenatore. La sua metodologia di lavoro, il suo schema mentale di approcciare le gare, il modo di trattare tutti i giocatori nello stesso modo e di fare gruppo. Del doblete del 2001-2002 dico che il Valencia veniva da una finale di Champions persa con Cuper, inoltre la società aveva venduto per un’ offerta irrinunciabile Mendieta. C’era malumore tra i tifosi e diffidenza verso la squadra e lo stesso Benitez. Noi dal primo giorno abbiamo lavorato con l’idea fissa e l’obiettivo di fare bene partita per partita. Alla fine anche nei momenti difficili della stagione non ci siamo mai battuti e mai disuniti abbiamo sempre creduto nel credo che Rafa ci aveva trasmesso e sono arrivati i successi alla fine, Fu importante la rotazione di tutti gli uomini della rosa, fu cosi che a fine stagione alzammo due trofei, nessuno di noi rimaneva male quando il mister ci metteva in panca per qualche gara, perché tutti eravamo concentrati sull’obiettivo comune”.
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