#AMENTEFREDDA – Tra Rafa e Rafael. Il ‘Bloody Valentine’ del Napoli a Palermo

rafa palermo

 

“My Bloody Valentine” è un film del 2009. Non sarà ricordato come tra i film migliori della storia del cinema horror, ma evidentemente dev’essere rimasto nella mente di qualche giocatore azzurro che ieri sera era in campo al Barbera.
Una prestazione scialba, lontana dalle ultime fatte vedere dalla squadra di Benitez. Un Napoli spento, o forse – senza voler essere cattivi – con la testa e la presunzione già in Europa, alla trasferta turca del prossimo giovedi.
Non è perdere a Palermo il problema, soprattutto contro Dybala e Vazquez che della difesa del Napoli hanno fatto quel che volevano tra andata e ritorno, quanto perdere in queste modalità.
Un “San Valentino si sangue” in tutto e per tutto. Magari con meno sangue del film, ma con lo stesso effetto horror.

 

RAFAEL, ORA PREGHIAMO NOI – La campagna mediatica contro il portiere brasiliano, andata già avanti sotto ritmo per molti mesi prima di Doha, è tornata prepotente. Intendiamoci: la ‘papera’ di ieri sul gol che ha poi spalancato le porte alla vittoria del Palermo è da condannare in toto, e forse è davvero arrivato il momento del turno di riposo appannaggio di Andujar, ma tra giudizi tecnici e campagne di sciacallaggio c’è di mezzo il mare che da Napoli porta a Palermo, appunto.
Anche perché, dopo l’errore sulla prima marcatura arrivata al 13° del primo tempo, gli azzurri hanno avuto a disposizione 76′ pieni per riequilibrare quantomeno il passivo. Con tutte le possibilità del caso, visto che i padroni di casa non sono sembrati poi così insuperabili dietro la linea del centrocampo.
Adesso, caro Rafael, siamo noi a dover pregare per te.

 

GLI ERRORI DI RAFA – Puntuali arrivano, come sempre, anche le critiche al mister. Benitez è, come il 99% degli allenatori al mondo, il parafulmine di tutti i problemi, anche dopo un mese e mezzo di grandi risultati.
Formazione iniziale sbagliata? Forse. Cambi in ritardo? Forse, anche qui. Ma attenzione a non lanciare tutto dal balcone per un passaggio a vuoto. Il Napoli visto a Palermo è brutto, si, ma ci dev’essere una via di mezzo e non è sicuramente quella siciliana.
Giusto chiedere al tecnico spagnolo, però, qualche riflessione: scommettere ad occhi chiusi su Rafael quasi mai ha pagato, il centrocampo ha necessariamente bisogno di muscoli e fiato, visto il Jorginho di ieri. E scelte importanti dovranno arrivare pure in avanti: Callejòn pare essere il gemello da oltre due mesi, De Guzman mai convince al cento per cento, e le prestazioni di Gabbiadini – ieri terzo gol consecutivo in maglia azzurra – invocano attenzione.
Tre giorni per riprendersi, uno per la verità; giovedi in Turchia sarà già da dentro o fuori, in attesa del ritorno al San Paolo.
E l’Europa League è la competizione principe per questo Napoli.
Dimenticare Palermo il diktat imprescindibile, ritrovare il sorriso la motivazione migliore per dimenticare il San Valentino di sangue.
Un sangue rigorosamente azzurro.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

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