Premessa: al ritorno di Walter Gargano, anche chi scrive ha tenuto alta la mano per dire che no, forse non era proprio l’acquisto giusto, l’elemento di esperienza e spessore che serviva alla mediana del Napoli che si preparava ad un secondo, cruciale e forse ultimo anno di gestione Benitez.
Anche chi scrive ha sperato nell’arrivo di Mascherano, nelle cessioni di alcuni elementi, nel rafforzamento di un reparto, il centrocampo, che da troppi anni è il vero anello debole della catena azzurra.
Ecco perché quanto verrà non è stato di facile scrittura, ma la verità deve sempre farla da padrona, e allora “Je suis Walter Gargano”.
PRESENTE – Contrariamente a quanto si possa pensare, rispondere ‘presente’ non è sempre facile. Walter Gargano, invece, lo fa, e lo fa da tempo. Non si tira mai indietro, nel bene e nel male. Anche quando, non essendo accompagnato dalla buona stella della tecnica eccelsa, rischia di fare figuracce davanti a migliaia di occhi puntati.
Ma risponde ‘presente’, e allora un tecnico come Rafa Benitez, uno che di situazioni difficili, belle e difficili ne ha vissute, non può non accorgersene.
Subito in campo già ad agosto, nello stupore generale: al San Paolo ci si gioca la Champions, la squadra non va, ancora impiastricciata negli affanni della stagione precedente e del Mondiale, nelle preoccupazioni per un preliminare difficile, eppure Gargano, l’uomo che non t’aspetti, è tra i più convincenti.
Corre, lotta, fatica. Sembra quello di qualche anno fa, arrivato a Napoli con Lavezzi e Hamsik e quindi passato quasi inosservato. Quello che nei primi anni di Napoli segnò alla Juve a Fuorigrotta un gol bellissimo e che col tempo s’era preso le gerarchie del centrocampo.
Il preliminare scorre via, deludente, ma il campionato è cominciato e il Napoli continua a non girare. Gargano gira, invece, come il motorino, e quasi funge da traino per gli altri.
Autunno, la mini-crisi azzurra prende piede. Walter perde piano piano il posto in campo, scalzato da Inler e Jorginho, persino da David Lòpez, l’ultimo arrivato in città.
Con l’arrivo dell’inverno, la scelta di Rafa di affidare la mediana a cuore e muscoli ricade sull’uruguagio: la coppia con il mediano spagnolo è la migliore, ad onor di statistica, e Rafa si affida a loro. Il Napoli a cavallo tra i due anni sembra finalmente una squadra che va. E il merito è anche suo.
ALTRO CHE PS4 – Altro che Playstation. Sperate che Gargano non selezioni un’altra squadra. Almeno per il momento, ora che la sua presenza in campo porta a qualcosa.
La gara contro la ‘sua’ Inter gli poteva costare cara. “Da bambino la sceglievo sempre alla Playstation”, dichiarò al suo primo giorno in Pinetina. Ma nel calcio di oggi se ne sentono di tutti colori.
Deve aver visto quello striscione, Walter, devono averglielo detto; mai come contro i nerazzurri così tanta quantità al servizio dell’intera squadra.
Poi l’uscita di Marek e quella fascia di capitano, con applausi del pubblico festante nel finale.
Walter Gargano ha convinto tutti, tutti noi che siamo Walter Gargano.
Uomo, professionista, spaccalegna. Magari quando giocherà alla Play coi suoi due figli sceglierà pure l’Inter, ma in mezzo al campo quella maglia azzurra la merita eccome.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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