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Raiola ancora su Hamsik: “E’ una statua, per tornare ad essere un gran giocatore deve andare via”

 

Mino Raiola, tra i procuratori più famosi e ricchi del panorama mondiale, ha parlato ai microfoni di ‘Radio Crc’: “I giocatori scelgono a chi affidarsi, non sono io che scelgo loro. Ogni atleta ha il diritto di scegliere l’entourage, ma credo che il rapporto umano sia alla base di tutto. Poi, io ho un progetto per ognuno di loro e quando i calciatori mi chiedono di essere il loro agente, divento il primo collaboratore, nel bene e nel male. Ed infatti, mi prendo la responsabilità di aver riportato Balotelli in Italia.

Credo che l’Italia debba rendersi conto che il suo ruolo è cambiato: bisogna modificare la mentalità e fare un’altra scelta, una scelta che la Federazione italiana deve sposare dal basso per poi passare agli allenatori ed infine ai tifosi. Il campionato italiano è difficile e per uscire da questa situazione, abbiamo bisogno di portare gli stranieri ed i gioielli da crescere, farli diventare diamanti per poi venderli all’estero. Per fare ciò, gli allenatori devono sposare questa cultura ma in Italia non si è entrati ancora in quest’ottica.

La riforma di Tavecchio sul vivaio? È un bene ed un male. Così facendo sta obbligando, in maniera sbagliata, le società a fare certe scelte. E quindi, le società terranno sì i calciatori del vivaio, ma non per merito bensì per necessità, per rispettare la regola. La Germania, per esempio, ha fatto una riforma dal basso: ha creato centri per giovani, per dilettanti e dove far crescere il calciatore che poi è molto più maturo per entrare a far parte dell’organico di squadre anche importanti. In Italia attualmente è necessario avere un certo numero di calciatori provenienti dal vivaio e così facendo, si impoverisce il mercato ed anche le squadre. Bisogna avere coraggio.

Pogba ha firmato con la Juventus, abbiamo ben chiaro quale è il progetto per il ragazzo. Lui e ci tengo a sottolinearlo, sta molto bene alla Juve, ma se c’è qualcuno che ha bisogno di Pogba e riesce a mettere d’accordo il calciatore e la squadra, lo ascolteremo. Ma questo discorso vale per tutti, non solo per Pogba a meno che poi non si tratta di calciatori come Hamsik che rifiutano un trasferimento a prescindere.

Ci sono delle richieste concrete per Pogba, non dimentichiamo che il mercato è aperto 365 giorni all’anno. Mi piace parlare di situazioni quando sono imminenti, non mi eccito sei mesi prima. Il mio lavoro è quello di ascoltare, sapere cosa accade nel mercato e cosa pensano le società.

Hamsik lo paragonerei ad una statua. Credo che Marek sia una grandissima persona, umanamente è incredibile. Ha grande personalità e mi piace moltissimo anche come giocatore, si avvicina molto a Nedved che è da sempre il mio preferito. Ma, ha sbagliato a non andare via da Napoli, l’ho detto a lui ed al presidente. Se Hamsik va via ed esce dal suo ambiente protetto, diventa nuovamente quel calciatore frizzante e può ambire a qualsiasi squadra del mondo. Per intenderci meglio, quando un uomo non ha tanta paura che la moglie lo lasci, si siede e la storia perde slancio. Il modulo non incide sulle performance di Hamsik, i grandi giocatori sono tali in qualsiasi modulo. Anzi, da operatore di mercato, dico che è questo il momento per puntare su Hamik. Il quadro non si deve comprare quando muore l’artista e ad oggi, se dovessi consigliare una squadra, punterei tutto sullo slovacco. Il problema è che De Laurentiis non lo vende perché vede nello slovacco una bandiera e si è affezionato molto al ragazzo. Sono convinto che Hamsik non stia sfruttando tutte le sue capacità, deve essere uno dei quattro calciatori più forti al mondo perché ne ha le capacità.

Hektor Moreno in chiave Napoli? I miei rapporti col club azzurro sono molto cordiali, diciamo d’amicizia ma non professionali ed infatti non faccio parte del suo ambiente professionale così come lui non fa parte del mio: quando il Napoli ha bisogno di un calciatore non chiama me ed io quando devo proporre un calciatore, non chiamo il Napoli.

Benitez credo sia un grande professionista, ha girato il mondo, c’è stata in passato l’idea di collaborare insieme ma non si è fatto più nulla.

Il futuro di Benitez? Il club deve avere la sua identità e cercare un allenatore che sposi il progetto, ma è la società che deve essere forte. Mi piacciono i club come l’Udinese che hanno un progetto chiaro e chi arriva sa cosa trova. Poi, per il resto in Italia di progetti non ce ne sono ed infatti la Roma si mantiene grazie a Sabatini che però è bloccato dalle scelte di Garcia e la stessa Juventus ha perso quel progetto che aveva con Conte.

Tavecchio è ridicolo, sopporta Blatter e non sa gli altri candidati cosa mettono sul piatto ed è per questo che non può gestire la FIGC. Tavecchio è stato bravo ad essere votato, ma non vuole cambiare niente. In Italia la politica distrugge, non serve a costruire, ma ad impedire all’altro di costruire. E la FIGC è così, ha messo Tavecchio, ma tutta Europa sa che non può essere il rivoluzionario del sistema calcistico perché non ha idee e non è colpa sua, non ne è capace. In Italia non abbiamo mai avuto spirito rivoluzionario, in niente, forse l’ultimo che ce l’aveva è stato Garibaldi. La mia lotta serve per aprire uno spiraglio. Se calcisticamente riusciremo a cambiare qualcosa, sarà un esempio per tutto il paese. Faccio un esempio, se non siamo d’accordo con la FIFA, usciamo tutti e poi vediamo come saranno venduti i diritti televisivi del Mondiale senza l’Europa.

Io candidato alla FIGC? No, c’è mio padre perché credo sia migliore di me, ha più esperienza. Ma, se non vincerà, inizierò a candidarmi dalla prossima edizione. Vorrei vedere anche la città di Napoli molto cambiata e quando critico Napoli è perché amo la mia terra. Sono cresciuto con le canzoni napoletane, il sogno dei miei genitori è sempre stato quello di tornare a Napoli, dove sono nato e guai se qualcuno voleva cambiarmi il passaporto. Il calcio deve trascinare la città e Napoli può essere un fiore all’occhiello. A Napoli dovrebbero cambiare le infrastrutture perché con le strutture giuste, ci si adegua. Per esempio, se non ci sono i parcheggi, la macchina la si mette in seconda fila”.

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