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SHOWTIME – Per un Napoli vincente Benitez è disposto (a volte) anche a seguire le regole

 

In Training Day Hoyt è un giovane poliziotto. Fede al dito, moglie e figlia ad attenderlo a casa e tanti buoni propositi che l’accompagnano nel suo primo giorno in strada con il sergente Alonzo Harris, l’unico a poter decidere se potrà entrare a far parte della narcotici di Los Angeles.

 

Una volta messo il naso fuori dalla propria casa e dai turni di pattuglia si rene conto, tristemente, che le regole nel mondo di Alonso sono del tutto differenti, sia dalle sue che da quelle che vengono imposte all’Accademia. Tutto è nuovo, sporco e spaventoso. Un’auto come ufficio, la pistola sempre pronta e atteggiamenti da poliziotto sporco e duro che sconfinano quasi sempre nel criminoso.

 

Hoyt però è uno tosto, non sembra ma lo è, e così le regole che da sempre lo hanno caratterizzato, portandolo però a fumare marijuana con una pistola puntata nell’auto del suo sergente, gli restano incollate addosso, in un vicolo dove una 14enne sta per essere violentata come in un appartamento con un informatore morto mentre 4 poliziotti si spartiscono un malloppo.

 

Alonso gioca al gatto col topo col suo nuovo pivellino, nel quale giusto un po’ si rivede, ma se un poliziotto non si piega alla strada, allora questa è costretta a cibarsene, scaricandolo in una delle tante fogne di cui dispone. Occorre dunque scendere a patti, non con Alonso ma col mondo in cui vive, che è stanco di questo dio minore armato e presuntuoso, e sfrutta proprio la faccia pulita di Hoyt per gettarlo in pasto agli squali.

 

Restare in Italia per più di qualche mese (come avvenuto con l’Inter) vuol dire forzatamente scendere a compromessi con la legge della serie A. Se Hoyt ha resistito tutto il primo tempo prima di venir meno alle proprie regole basilari, Benitez ha tenuto duro un intero anno. Il suo Napoli faceva faville la stagione scorsa e, anche se ciò non è bastato per il titolo o un cammino più lungo in Champions, una nuova Coppa Italia in bacheca e la giusta onestà intellettuale hanno fatto ammettere alla quasi totalità della piazza che il tecnico e il suo gruppo avevano messo in evidenza qualità impressionanti, ravvivando un triste campionato difensivista.

 

Gli imprevisti però sono dietro l’angolo, e così un mercato Napoli gestito male, a causa di una strategia azzardata che non ha tenuto conto dell’orgoglio basco, e un Mondiale sfiancante, hanno fatto sì che le regole dello scorso anno, quelle che in Liga e Premier sono valse molti successi, non valessero quasi più. A sprazzi di luce sono quasi sempre seguiti periodi medio lunghi di buio. Il Napoli non convince, i giocatori vogliono andar via e Benitez si ostina a credere d’essere a Liverpool. Ecco cosa ti becchi da stampa e pubblico quando cala il buio dei meri risultati. Poco conta che, in vista del futuro, tu stia facendo la cosa giusta. La strada pretende risposte immediate, e così a Doha si è riusciti ad avere la meglio con la rabbia di chi vuol cambiare le cose, costi quel che costi.

 

Il 2015 si è aperto con i gol di Cesena e le polemiche bianconere, ma soprattutto con la vera sfida svolta, quella dell’Olimpico. Gli occhi sono puntati sulla panchina dello spagnolo, che mette in campo una squadra più attendista. Il Napoli riparte, corre e segna, ma soprattutto trova inaspettatamente un equilibrio difensivo. Questo non impedisce alla Lazio di creare azioni da gol, ma fa in modo che ognuna di queste fallisca miseramente. Si tiene duro nella retroguardia. Si lotta con i denti perché questa gara, come una finale, non può essere persa.

 

Non si tratta di un passo indietro di Benitez, bensì di un momentaneo compromesso. Di certo la Coppa Italia, seppur con giocatori differenti, saprà restituirci il gioco offensivo all’inglese che ormai è marchio della gestione Rafaelita. E’ bello però sapere che ora esiste un’alternativa, che potrebbe tirarci fuori dai guai in quei momenti duri, in cui il proiettile del risultato a tutti i costi è in canna e potrebbe abbatterci da un momento all’altro.

 

di Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)

 

 

Luca Incoronato

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Luca Incoronato

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