Due settimane di sosta, due settimane senza calcio, due settimane senza il Napoli, per noi napoletani è una vera e propria punizione.
Ma la sosta è ormai un ricordo; si ritorna in campo e lo si fa contro un Cesena, non certo da temere, ma come ogni partita contro le piccole, anche questa andava studiata e soprattutto temuta.
Durante la conferenza stampa, Mister Benitez, scaramanticamente, si tutela cosi: “Un tifoso mi ha fatto notare che, ad ogni mio positivo riscontro sull’operato dei giocatori in allenamento, la partita che affrontiamo termina in maniera negativa. Quindi, oggi, vi dirò che non si sono allenati come volevo e che la risposta avuta in allenamento non è positiva.’
Allenamento positivo o non, l’unico risultato da portare a casa era la vittoria.
Strinic si unisce al gruppo in partenza per Cesena mentre Gabbiadini, nuovo numero 23 del Napoli, si impegna a sostituire la sua immagine di copertina di Twitter, con il panorama mozzafiato della città del Sole, e scalda i motori per la prossima di campionato, allo stadio San Paolo contro le zebre di Allegri. L’ex Samp ancora non sa – e non credo che riesca ad immaginare – cosa lo aspetti l’11 Gennaio, nell’arena di Fuorigrotta.
Forse non si poteva scegliere partita migliore per far capire al nuovo arrivato quanto sa dare il popolo partenopeo, e quanto riesce a far sentire il suo amore solo grazie alla sua voce.
Al Dino Manuzzi,di Cesena si respira aria di Napoli, questa sera. Sugli spagli, dal settore ospiti, l’ultimo saluto al Maestro Pino Daniele e, anche se non è normalmente concesso, gli azzurri giocano con il lutto al braccio ed osservano un minuto di silenzio.
E’ cinico, questo Napoli; sicuro, padrone del campo e per niente appesantito dalla sosta ma rinvigorito e calmo.
Il Cesena ci prova, lotta e spera di colpire il Napoli nella sua più grande debolezza,: la difesa, che invece non concede e non cede agli attacchi di Brienza e Almeida.
‘Rafael ha ingerito una dose massiccia di coraggio stasera’ è il primo commento di Ludovica ‘non sembra lui. La mega parata su Padoin gli ha fatto ricordare quale strada ha deciso di intraprendere da ragazzino, perché anche stasera mi è sembrato un portiere.’
Poker d’arte stasera, da un Callejon a secco da troppo tempo, ad un Gonzalo Higuain che ha il Dna gli del Campione. Da un Marek Hamsik che ha regalato due assist ed un gol: e potremmo stare qui altre due ore io ed Elisa a discutere se la palla poteva uscire o entrare dopo aver sfiorato l’interno del palo. Conta il traguardo, quello che porta il nome del Capitano.
Poco importa se il gol della bandiera arriva da Brienza e se la difesa offusca la visuale di Rafael, e se per l’ennesima volta il reparto difensivo non riesce nell’unico compito che gli spetta: difendere.
Stasera conta l’unione, conta questo gruppo che non si è lasciato recuperare, che ha trascinato il Cesena ancora più in basso in classifica.
‘Il gol di Callejon è un’opera eccelsa dal piede di Higuain, la ressa in area ha solo creato uno spazio per lasciare al destro dello spagnolo il tempo di infilarsi in rete e pensare che lo stavo maledicendo dal primo minuto’ ride Michela ‘se funziona cosi, ogni partita una maledizione diversa.’
Rivedo gli highlights ed ancora non mi sembra vero il rilancio di Rafael, un braccio bionico come accadeva con Reina, aggancio perfetto di Marek Hamsik e l’estro, la precisione, la freddezza sotto porta di Higuain e non è il 2-0 che mi ha provocato una reazione euforica, non solo quello almeno, ma il labiale del nr.9, indice puntato e quel “TUO” rivolto ad Hamsik. Questa, la scena che mi ha spiazzata letteralmente, perchè è questo di cui abbiamo bisogno, di essere gruppo.
Ripresa che lascia troppi spazi al Cesena, i padroni di casa puntano la nostra porta ma Rafael è attento, pronto, preciso e mentre loro si affannano, ancora lui, protagonista quanto Higuain in questa partita, arriva a razzo e centra la porta ed è siglato Marek Hamsik, il momentaneo 3-0.
Ma non è finita, anzi, Stefania che ha un udito eccellente cambia l’audio impostandolo su quello dello stadio, i soliti cori beceri rieccheggiano in un contesto paradossale, non potendo fermarci sul campo, si illudono di ferirci o di ledere le nostre passioni con frasette da discount e mentre loro canticchiano, Gonzalo Higuain li zittisce.
4-1 e si ritorna a casa, anche se è parere comune, l’aver lasciato volentieri Britos li a Cesena, ma non si può.
A Napoli, nel cuore di questa città che ha perso un padre, un figlio, un fratello, si rende un saluto, un abbraccio al Maestro, si canta per ore, in una Piazza Plebiscito piena e sulle note di Napule è ci si guarda intorno, tante facce, tante voci tutte vicine, unite, come se ci si conoscesse da sempre.
Napoli ha un dono meraviglioso, un cuore immenso ed occhi che arrivano ad ascoltare l’anima.
Domenica ci aspetta un’altra dura prova, una prova di carattere, di orgoglio, di tenacia. Domenica in campo, in ognuno di voi ci deve essere un napoletano ed il suo cuore immenso.
di Anna Ciccarelli
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