COLPI DI JENIUS – Pino, Diego e il San Paolo: Napoli sarà per sempre ‘Terra Tua’

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“Lui è un mago con il pallone.
Io l’ho visto alzarsi da terra e tirare in porta.
Soffia il vento d’argentina…”
Comincia così il “Tango della buena Suerte”, quella poesia, più che canzone, che Pino Daniele inserì nell’album ‘Passi d’autore’ del 2004. Era dedicata a Diego Maradona, uno dei protagonisti di quel disco; l’altro era pure lui un rivoluzionario, quell’Ernesto Che Guevara che aveva fatto la storia del mondo proprio come il calciatore argentino.
Rivoluzionari, si, uomini di cuore e di passione. Cuba con la sua musica è sempre stato un richiamo per Pino, napoletano vero, così come napoletano lo era diventato per adozione Maradona.
Lui e Diego erano stati insieme l’icona della Napoli più bella nel suo momento migliore: gli anni ’80 di massimo splendore musicale coincidevano infatti con le vittorie, i trofei, le conquiste di Maradona in azzurro.
Simboli da acclamare, anche scomodi all’occasione: in quel contagio tra musica e pallone che tanto piaceva e ancora piace.

 

NAPOLI CENTRALE – Il destino che spesso mischia le carte altre volte è così chiaro fin dall’inizio.
Ed è dagli inizi che si intuisce il destino musicale di Pino Daniele, dai tempi di Senese, di Napoli Centrale: e la città diventerà centrale grazie proprio ai suoi brani. Uno, due, tre successi e la consapevolezza di poter restituire a Napoli quella gloria musicale che in passato aveva già profondamente conosciuto.
L’intreccio con il calcio non è automatico: Pino non è un tifoso sfegatato, di quelli che seguono minuto per minuto, sette giorni su sette: ma è napoletano, e se Napoli vince anche col pallone ne siamo felici tutti e ne era felice anche lui.
Il suo interesse crebbe negli anni di amicizia con Troisi, lui che del pallone era malato: da lì gli incontri col Napoli d’oro, che fu di Maradona, quella consapevolezza che in fondo “Napule è mille culur” e c’è più gioia in città se la squadra vince.

 

TANGO DELLA BUENA SUERTE – “E al momento giusto, suona il tango per magia. Lui è l’uomo giusto che ci può far vincere”.
Le parole usate per ricordare l’argentino, in realtà potrebbero essere usate oggi per ricordare lui. Lui che ha portato Napoli per il mondo e l’ha fatta vincere, proprio come Diego.
La ‘Buena Suerte’ che ha accompagnato e a volte dimenticato il Pibe de Oro, stanotte s’è dimenticata anche di Pino Daniele. E il tango dovrà continuare a suonarsi da sé.
Pino è stato per Napoli quello che Diego è stato per il Napoli. Un genio, uno a cui aggrapparsi per sorridere e portare con orgoglio la propria provenienza. Tutti e due con la chioma folta ed arruffata, col carattere schivo, ma in fondo aperto alla commistione di culture, di odori, di fragranze che si respira qui da noi.
Ha anche calcato l’erba del San Paolo con la sua chitarra; storici i concerti accompagnati dalle immagini in bianco e nero. Era una Napoli che sognava grazie alle sue note, che viveva come oggi, ma con qualche sorriso in più.
L’affetto mostrato nelle prime ore dalla città, dai tifosi azzurri e dalla società stessa, sono il segno indelebile di ciò che la musica dell’artista napoletano ha lasciato a questa terra.
“Terra Mia”, come apparso al San Paolo in una notte di festa, non era altro che il titolo di una sua famosa canzone, omaggio ed insieme critica a Napoli.
Terra sua, terra che difficilmente potrà dimenticarlo e che lo ricorderà ad ogni occasione, già a partire dalla prossima partita.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

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