Se c’è una cosa in cui Benitez è maestro, è senz’altro la fase di preparazione.
L’esperienza di anni di partite nazionali ed internazionali, di finali vinte, di trofei conquistati, hanno fatto si che il tecnico spagnolo sviluppasse quella consapevolezza del fatto che a vincere la partita è chi gioca meglio, ma anche chi s’è preparato nel modo migliore.
Sapeva che per uscire indenni dalla serata di Doha sarebbe stata necessaria una grande partita; una partita preparata in campo, per sfruttare i pochi errori che la Juve può commettere, ma anche negli spogliatoi di Castel Volturno, caricando al massimo l’ambiente e la testa dei calciatori.
Il risultato è stato quello che conosciamo tutti: un Napoli tonico che ha saputo correggere i propri errori ed è stato in gara con la testa e con le gambe per 120 minuti e nei rigori.
Meglio di così, è difficile aspettarsi.
MENS SANA – È nella notte di Doha che è nata l’idea dell’allenamento a porte aperte al San Paolo.
Per mostrare alla città e al popolo napoletano il trofeo vinto, certo, ma anche per riunire un po’ i fili che collegano i tifosi alla squadra.
Il contraccolpo psicologico per la Champions persa, il mercato estivo deludente, le prestazioni sottotono dei primi mesi stagionali, hanno indiscutibilmente allontanato le parti.
Il San Paolo visto in questo avvio di stagione sembra neanche lontano parente di quello festante e sempre gremito di qualche mese fa.
L’ambiente è ormai consapevole che un nuovo gradino dev’essere scalato, ma non ne vede le condizioni.
Ecco perchè aprire i cancelli dell’impianto di Fuorigrotta e abbandonarsi all’abbraccio di un pubblico festante possono essere due mosse azzeccate per guardare al domani col sorriso e con fiducia.
CALORE E COPPA – Altro che neve, caduta a sorpresa sulla città negli ultimi giorni dello scorso anno. Al San Paolo c’è un sole primaverile che profuma di speranza.
Ad aprire le danze è come sempre Rafa, primo ad uscire dal tunnel degli spogliatoi e a mostrare il trofeo alle tribune festanti. La squadra arriva a ranghi: riscaldamento singolo, poi in gruppo, partitella e schemi d’attacco. Il tutto tra gli applausi del pubblico.
Ci sono tutti: Higuain e Rafael, i più acclamati, Hamsik e Mertens, persino due Callejòn, José e Juanmi, in borghese sulla panchina azzurra ad osservare il fratello.
Ad ogni gol o parata spettacolare un boato, come fossimo in partita.
Il giro di campo con la Supercoppa chiude idealmente il 2014 azzurro e apre ad un nuovo anno: senza tentennamenti, come scritto dai tifosi presenti oggi, senza sbagliare un colpo perché non ce ne sono più di possibilità.
Il Napoli s’è ripreso Napoli e la sua gente, e l’ha fatto nel modo migliore: festeggiando una vittoria. Più che un allenamento è stato un allena-mente, di quelli che ti mettono nelle gambe molte più energie di una qualsiasi seduta tattica.
Per rivedere un San Paolo così ad ogni partita, già dalla prossima partita.
A Fuorigrotta arriva la Juve. Fa strano pensare che stavolta la Coppa ce l’hanno gli azzurri.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: gennarojenius9)