COLPI DI JENIUS – La ‘Decima’ azzurra di Rafa: trent’anni di vittorie tra Napoli, Ancelotti e José Mourinho

rafa benitez

 

Rafael Benitez Maudes, detto Rafa o anche Re.
Re di Coppe. Come quello delle famose carte che a Napoli accompagnano spesso le festività natalizie della città.
Rafa detto ‘Uomo delle finali’. Tante vinte, poche altre perse.
Con il Napoli il secondo dato è fortunatamente ancora appeso al chiodo: due su due, come i migliori vincenti.
Nel 2014 glorioso del ‘suo’ Real Madrid, la squadra per cui fa il tifo e grazie alla quale la sua esperienza da tecnico è partita ormai quasi trent’anni fa, anche Rafa s’è tolto qualche soddisfazione.
I Blancos hanno alzato al cielo la “Decima” Champions della loro storia con alla guida un tecnico italiano; lui s’è preso la Decima coppa della sua personale carriera grazie ad una squadra italiana.

 

LA COPPA CON LE ORECCHIE – Come tutti i più grandi della storia, il cammino di Benitez non parte dal basso, ma dall’alto.
Il primo gradino della sua scalata fu il secondo più grande possibile: l’allora Coppa Uefa, vinta nel 2004 con il Valencia, la squadra che aveva già portato alla vittoria di due Liga in tre anni.
Oltre quello c’è ben poco, e quel poco si chiama Champions League: credete che Rafa se la possa far scappare?
No, ovviamente. Chiedere a Carletto, un allenatore che a Benitez deve risultare molto simpatico.
La notte di Istanbul regala al madrileno una gioia che pochi allenatori della storia possono provare. Carletto, tra l’altro, è uno di quelli.
Quel Liverpool dalle grandi orecchie del 2005 verrà sconfitto in finale due anni dopo, nella pronta rivincita milanista ad Atene, ma porterà a casa una Community Shield e una Coppa d’Inghilterra nel 2006.

 

ITALIA E MOU NEL DESTINO – La seconda parte della carriera da tecnico di Rafa ha nel destino l’Italia e José Mourinho: col secondo, infatti, sarà protagonista di un bel valzer di panchine.
Lo sostituirà nel 2010 sulla panchina nerazzurra, dopo che il portoghese aveva portato a Milano il Triplete indelebile; lo anticiperà sulla panchina dei Blues del Chelsea, prima che lo Special One fosse protagonista del secondo arrivo alla corte di Abramovich.
A Milano come a Londra, tante chiacchiere e tanti fatti: a Milano riesce infatti a portare una Supercoppa Italiana e un Mondiale per Club, mentre nel semestre londinese sarà uno dei principali artefici della scalata del Chelsea verso la vittoria dell’ormai Europa League, la seconda nella bacheca di Rafa.
Italia, Inghilterra, poi ancora Italia: stavolta non lo aspettano il Duomo e il panettone, ma il Vesuvio e il babà. Molto più vicini al calore della sua Madrid.
Napoli accoglie Rafa a braccia aperte, concedendogli senza conoscerlo di persona anche le chiavi di ogni angolo della città: in un anno e mezzo d’azzurro tante parole, molte critiche, qualche brutta delusione, ma soprattutto tante vittorie: in partite singole, ma anche in partite che contano.
L’Olimpico di Roma è stato protagonista della seconda Coppa Italia dell’era De Laurentiis a Napoli, poi la notte di Doha e la Supercoppa nazionale.
Il decimo sigillo di Rafa, che ora all’occhiello toglierà il fiore per fare spazio alla stella.
La sua stella che dall’estate del 2013 vola alta sul cielo di Napoli; ogni tanto si nasconde, dietro le nuvole di chiacchiere di paese, per poi fare capolino con luce decisa.
Una guida a cui Napoli e il Napoli non possono rinunciare. Almeno fino alla prossima estate.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

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