Nessuno s’illuda: Gustavo Bou non è un qualsiasi giocatore di calcio. La sua storia personale, entrata di diritto nel compendio delle più emozionanti che il futbol racchiude in sé, lo ha aiutato nella formazione di carattere combattivo e caparbio pur di mantenere la promessa fatta alla madre. Durante il corso della malattia che la colpì, infatti, più volte il giocatore argentino è stato tentato dall’idea di abbandonare il sogno di diventare un calciatore professionista per starle vicino. Il giorno in cui fu ad un passo dal farlo, nonostante si fosse guadagnato il lussuoso ingresso nel club dei sogni, il River Plate, la madre glielo impedì col filo di voce che le restava, strappandogli una promessa: impegnarsi per aspirare al massimo come calciatore e dedicarle il successo. A ventiquattro anni il bilancio non può ancora considerarsi definitivo, ma possiamo strizzare l’occhio a chi lo osserva da lassù: la missione è vicina a compiersi.
Biografia&Caratteristiche
Nato il 18 febbraio del ’90 a Concordia, Bou comincerà a muovere i primi passi nel mondo del calcio proprio nella sua città natale fin quando nel 2007 il River Plate, dopo averlo a lungo osservato, lo chiama per un provino ed immediatamente lo tessera. Basterà un solo anno nelle giovanili del club per incantare il Cholo Simeone che lo richiede nella prima squadra dei Millionarios da lui allenata. Un infortunio metterà in discussione la sua ascesa nel club: diverse settimane fuori dal campo ridimensionano la sua immagine agli occhi della società e la sua posizione diventerà sempre più di subalterno, complici i cambi tecnici sulla panchina. Nel 2012 infatti i biancorossi cedono l’attaccante all‘Olimpo: nonostante le buone prestazioni offerte, la società accetta l’anno seguente la proposta del Liga de Quito e l’argentino comincia la sua avventura in Ecuador. Basta poco per capire che non è quella la dimensione giusta per il suo talento, e per fortuna il Gimnasia nel 2014 lo riporta in patria con un accordo di sei mesi. Il cartellino del giocatore tuttavia era ancora nelle mani del River Plate ma al termine del prestito nel club di La Plata il contratto scade. Ironia della sorte: adcredere in lui e tesserarlo è il Racing Club. Nella squadra di Diego Milito, Bou ritrova finalmente la verve che lo caratterizza e da titolare fisso conduce a suon di goal la squadra alla vittoria del campionato. Proprio la sua potenza e precisione nel tiro lo hanno aiutato a conquistare stima e rispetto del club di Avellaneda, nonché la voglia di sacrificarsi che mostra in mezzo al campo. Seconda punta o centrale, l’attaccante argentino riesce ad esprimersi anche nel ruolo di esterno offensivo qualificandosi come un perfetto jolly d’attacco. Dotato di un’ottima tecnica di base e buona propensione al dribbling, Bou è un giocatore temibile per qualsiasi difensore. Gli piace condurre l’azione palla al piede e propendere per lo sprint finale fino alla porta avversarie ma si diletta spesso anche nella costruzione della palla goal per il compagno di reparto.
Notizie dal futuro
L’esplosione avuta con la maglia del Racing lo ha riportato al centro dell’interesse di diversi club. Lo stesso River Plate vorrebbe tentare di riportarlo in squadra, ma l’attaccante intende provare un’avventura nel Vecchio Continente. Diversi club di Premier pare abbiano effettuato dei sondaggi, d’altronde il cartellino pesa solo pochi milioni di euro e ciò convince a fare un tentativo. Bou ha un sogno da realizzare, l’Europa è avvisata!
di Sabrina Uccello (@SabriUccello)