Supercoppa – Tre momenti per cambiare il rapporto tra azzurri e San Paolo

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La Supercoppa di Doha è già definibile, sotto alcuni punti di vista, uno spartiacque della stagione azzurra. Se è vero che la squadra di Benitez non è ancora tornata in campo per mettere in mostra un ipotetico miglioramento di prestazioni e risultati in campionato, è evidente che il trofeo alzato al cielo da Hamsik e soprattutto strappato ai bianconeri, ha fatto registrare un ritorno di fiamma tra questo gruppo e la maggioranza del tifo partenopeo, che di recente era dato per disperso al San Paolo.

 

E’ legittimo infatti sperare che le strade ricolme di gente poco dopo l’ultimo rigore parato da Rafael siano premonitrici di curve, distinti e tribune strapiene in occasione dei prossimi match di campionato, di cartello o meno. Il sostegno del pubblico è vitale per questa squadra, e qui si giunge al secondo capitolo di questa analisi, inerente quei giocatori che il calore del pubblico lo hanno vissuto poco, in parte o per nulla.

 

Da inesperto a campione, da brocco a mito

 

Arrivato nel silenzio del mercato Napoli estivo, Koulibaly ha sorpreso fin da subito gli addetti ai lavori, ma decisamente meno i tifosi, in attesa di ben altro in quel reparto e, data l’età e l’inesperienza nel campionato italiano, a giusta ragione si sperava in un rinforzo di tutt’altro tipo. In campo però, dopo i primi mugugni per prove non eccelse, Kalidou ha mostrato il suo innegabile valore, sfoderando prove futuro campione, seppur non disdegnando alcune disattenzioni. Resosi conto del suo valore potenziale, il San Paolo lo ha esaltato, trattandolo però con eccessiva durezza, tra web e spalti, in occasione di sbavature quasi ovvie per la sua età. In una fastidiosa altalena di giudizi Koulibaly torna in vetta nel post partita di Napoli-Roma, per poi finire tra i principali indiziati di una difesa ballerina nel successivo nuovo periodo chiaroscuro della squadra. La serata di Doha però rappresenta per lui la rinascita, nonostante sia invischiato nella caterva di errori che ha portato al primo gol di Tevez. Lotta duramente per rimediare e infine salva la porta di Rafael dal tiro a colpo sicuro di Vidal, che avrebbe probabilmente chiuso definitivamente i giochi. Infine, come se non bastasse, con estrema freddezza si presenta sul dischetto. Il peso di quel tiro è indescrivibile, e lui riesce a concretizzare il rigore più angolato di tutti, spiazzando Buffon e trovando il palo interno. Lo attende ora un 2015 di applausi.

 

Il traditore dai grandi attributi che riconquista Napoli

 

Impossibile non citare in questa lista Gargano, invitato a svestire la maglia da un chiaro strizione al San Paolo, e a volare via da Napoli sul web. I fischi riservati a Cavani nell’amichevole contro il Psg sono chiari. Napoli è una donna decisamente rancorosa, che raramente è in grado di perdonare chi l’ha lasciata. Se dimenticare le emozioni di Edinson è stato tanto semplice, che speranze potevano avere le rincorse a perdifiato di Walter? A dire il vero quasi nessuna, almeno fino a quando non si è attaccato alle caviglie di Pogba, consentendogli decisamente poco per il suo talento. Poi, a tempi regolamentari esauriti, si carica sulle spalle una responsabilità immane. Un rigore alla Juventus, proprio come quello sbagliato anni fa in Coppa Italia. È chiaramente teso ma studia i movimenti del portiere avversario, gettando il pallone dall’altra parte. E’ gol e tutta Napoli è con lui, ma l’amore scocca di nuovo qualche secondo più tardi, quando le mani di Walter vanno giù e rivelano la rabbia, la tensione e l’amore dell’uomo Gargano verso questa maglia. Un centrocampista con gli attributi, che di certo il San Paolo non dimenticherà più di applaudire.

 

Parare un rigore per battere la Juventus e un fantasma spagnolo

 

Infine la vetta della classifica dei rinnegati spetta indiscutibilmente a Rafael, che ormai da un anno non sente altro che il nome di Reina echeggiare tra i pali della sua porta. I tifosi non l’avrebbero mai lasciato andare, e una vera chance al giovane brasiliano non è mai stata data. Dimentichi della prestazione incredibile di Swansea e del conseguente infortunio, i napoletani hanno sottolineato ogni singolo errore del proprio estremo difensore, chiamando a gran voce Andujar come salvatore della patria, e facendo partire una vera e propria campagna mediatica all’urlo di “Rafael esci dai pali”. Lui però, come detto al suo arrivo, è abituato alle pressioni, avendo giocato in Brasile, e di certo non teme alcun confronto, dal momento che la vita, tragicamente, lo ha già messo alla prova fin da piccolo. Lui sa di cosa è capace e non ascolta le critiche, come ha dichiarato nel post gara di Doha, e proprio la Juventus lo incorona, con mesi di ritardo, il portiere ufficiale del Napoli di Benitez. Nel corso di primo e secondo tempo respinge ogni tentativo bianconero che la difesa ha lasciato passare, eccezion fatta per la prima rete di Tevez. Si arrende ai supplementari, ma non spreca la rivincita offertagli da Higuain, che lo trascina fino al confronto con Buffon ai rigori. Tra balli e concentrazione, il suo score è di un palo e due parata, conquistando il cuore dei propri tifosi, finalmente, e qualcosa che in pochi possono vantare d’avere, un fotogramma impresso nella storia di un club.

 

di Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)

 

 

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