Una notte come tante, come quella di 24 anni fa.
Una notte per festeggiare, per vivere di emozioni, per lasciarsi andare alle paure, per una volta.
Il Napoli vince a Doha con l’unica arma che avrebbe potuto battere la Juventus: il coraggio.
Il coraggio di rialzarsi dopo un errore, di rincorrere, di giocarsela alla pari, di buttare il cuore ben oltre l’ostacolo più grande.
Nel cielo arabo c’è scritto oggi il nome di Higuain ben più grande di quanto si possa leggere quello dell’alter ego Tevez.
La sorte ha abbracciato gli azzurri perché il tempo è galantuomo, e un galantuomo più grande di Rafa Benitez in campo non c’era.
120′ DI BATTAGLIA – Tutto in salita, come capita spesso al Napoli.
Un gol letteralmente regalato dopo appena 5′ di gioco, ed ecco che la Juve scompare. Rintanata dietro la linea della palla.
Il Napoli gestisce, ma non costruisce quanto potrebbe per tutto il primo tempo. Rafa aveva lanciato in campo la coppia Gargano-David Lòpez, non proprio il massimo per geometria e sagacia tecnica. Erano cuore, muscoli e polmoni al servizio degli azzurri per poter arginare la spinta juventina, una spinta che però non s’è vista.
Il piano tattico dello spagnolo è saltato in troppo poco tempo: rileggere il libro di 120′ altalenanti ci mostra un Napoli bravo a rincorrere e ad imprimere il suo marchio al match.
IL CORAGGIO DI RAFA – Ad inizio ripresa nessun cambio. Mertens, lasciato in panchina dall’inizio, va solo a riscaldarsi a bordo campo, così come Duvàn, protagonisti entrambi delle idee dei tifosi per poter riagganciare il risultato.
È bravo Rafa a credere nelle sue idee, ed è fortunato quando De Guzman, al minuto 68, semina il panico sulla sinistra e scodella il cross perfetto per l’avvoltoio Higuain.
Peccato non poter più vedere il Napoli fino alla fine, perché con l’1-1 entrambe le squadre tirano i remi in barca in vista dei supplementari.
Che vanno così: la Juve torna a giocare, e segna, il Napoli ci mette tutto, e segna ancora.
È 2-2. I rigori, roulette russa spietata per quelli dal miocardio sensibile, diranno la verità: e la verità è che il Napoli ha carattere, anche più dell’avversario.
La svolta perfetta è la parata decisiva di Rafael, finalmente profeta in patria.
Gli sceicchi hanno tolto la veste bianca per indossarne una azzurra. Magari adesso verranno anche sotto il Vesuvio ad investire.
De Laurentiis lo spera, ma non lascia andare la squadra.
“Il Napoli è mio: anche se dovessero andare via tutti, io resterò qui”, dice riferendosi all’allenatore.
Ma perché non continuare con un allenatore che in un anno e mezzo ha vinto due trofei?
Doha s’è risvegliata azzurra, e pure Napoli ha un sapore particolare.
A mente fredda si dovrebbe vivere più spesso un’emozione così.
Come spesso dice Rafa: non una volta ogni venticinque anni.
Bravo, mister, allora visto che un tecnico come te sarebbe difficile da andare a pescare altrove, resta dove sei. Anche fosse per venticinque anni.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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