ALLENATORE – Dopo il Milan, la Juve. Un’occasione arrivata un po’ per caso, o forse no. In maniera più che egregia ha raccolto il lavoro seminato dal suo predecessore e lo ha fatto suo, per poi, gradualmente, modellarlo a sua immagine e somiglianza. E il passaggio, dopo qualche mese di lavoro, dalla difesa a tre a quella a quattro ne è la prova. Si è dimostrato un tecnico capace, intelligente. I più attenti lo avevano già capito nel suo periodo milanista. Le cose sono andate come sono andate di certo non (solo) per colpa sua. Ora, però, deve vincere. E non solo in campionato. Così che le contestazioni iniziali dei tifosi possano diventare manifestazioni d’affetto.
ROSA – Inutile girarci intorno: questa Juve è la squadra più forte d’Italia e non per caso. Completa in tutti i reparti, forse manca un difensore (ci sarebbe Barzagli, che nei pressi di Vinovo non si vede da un bel po’). Centrocampo e attacco di un altro livello.
COME GIOCA – 4-3-1-2
Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo, Pogba; Vidal; Tevez, Llorente.
Dal 3-5-2 al 4-3-1-2, da Conte ad Allegri. E’ forse in questo periodo che si sta concretizzando il cambio tattico della Juventus, dopo un inizio decisamente di matrice contiana. Con soli sette gol subiti in campionato, la difesa (Buffon compreso) si conferma di un livello superiore alla media. Con il passaggio a quattro, però, non dà più quella sensazione di impenetrabilità degli scorsi anni. Un centrocampo maestoso, con le geometrie geniali di Pirlo, la qualità e la quantità di Marchisio, Pogba e Vidal. Quest’ultimo in grande spolvero nelle ultime uscite da trequartista, dopo un inizio di stagione sotto le righe. Bellissima la sua rete a Cagliari, contornata da una prestazione alla Vidal. Le cose si fanno più semplici, poi, se davanti hai un giocatore come Carlitos Tevez.
L’UOMO CHIAVE – Sono tanti i calciatori juventini che possono mettere in difficoltà la retroguardia napoletana. In primis, ovviamente, Tevez, che continua a regalare sprazzi di grande calcio e gol di grande fattura, come quello messo a segno contro il Parma. Ha indossato le maglie di squadre come Boca Juniors, Manchester United e City; un campione, dunque, abituato a partite di una certa importanza. Da non sottovalutare Vidal, in netta ripresa rispetto ad un incerto inizio di stagione, e Paul Pogba, sempre più destinato a diventare uno dei migliori al mondo.
I PRECEDENTI – La finale di Supercoppa fra Napoli e Juventus si è già giocata due volte. La prima il primo settembre 1990, al San Paolo, finita 5-1 in favore degli azzurri con le doppiette di Silenzi e Careca più la rete di Crippa. Baggio per i bianconeri. La seconda, più recente, l’11 agosto del 2012, a Pechino, un 4-2 dopo i tempi supplementari. E dopo una serie di clamorose sviste dell’arbitro Mazzoleni.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)
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