L’Italia è ai confini dell’Europa, bloccata in una crisi senza precedenti. No, non è un trattato di economia, anche se potrebbe esserlo purtroppo. Stiamo parlando di calcio, lo sport nazionale per eccellenza. L’eliminazione della Roma dalla Champions League ieri sera è lo specchio del nostro movimento calcistico, dove squadre anche forti e ben strutturate come i giallorossi, fanno la voce grossa solo tra le mura di casa. Varcati i confini nazionali le cose cambiano, e mai in meglio. La Juve è l’unica italiana rimasta in quella che era la vecchia Coppa Campioni, ma ci è riuscita non senza difficoltà.
La squadra della capitale è invece caduta contro i campioni di Inghilterra del Manchester City. I ragazzi di Manuel Pellegrini hanno fatto prevalere la netta superiorità tecnica dei vari Nasri, Dzeko, Silva e Jovetic, ma soprattutto quell’aggressività e quel ritmo che ahinoi in Italia sono cose sconosciute. Lo specchio di questa differenza potrebbe stare nel duello consumatosi ieri sera tra Gervinho e Clichy. Il giallorosso in Italia potrebbe essere definito top player, mentre dall’Inghilterra è stato “cacciato” via senza troppi complimenti da Arsene Wenger. Nessunno tra gli uomini di Garcia è riuscito a fare la differenza, nè Gervinho, nè Lijaic e nemmeno il capitano Totti.
La sensazione è che vincere in Italia sia diventato fin troppo semplice vincere, almeno per le squadre un minimo più organizzate e con delle società solide alle spalle. La dimostrazione è la Juventus, regina incontrastata in campionato e titubante in Europa, anche contro formazioni tecnicamente inferiori come l’Olympiacos. Società come il Napoli dovranno migliorare, come sta cercando di fare Benitez, innanzitutto la mentalità, ancor prima di avvicinarsi al calciomercato Napoli, perchè a volte panchine lunghe non fanno la differenza in Europa se a mancare è la volontà di giocarsela senza calcoli, sempre a testa alta e con il massimo sforzo.
di Vincenzo Matino (Twitter: @vincenzomatino)