GLI AVVERSARI – Passato glorioso e presente mediocre, tutto sullo Slovan Bratislava

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LA STORIA – Infarcita di campioni come Ludovit Cvetler, Vladimir Hrivinak, Jan Capkovic, Alexander Horvath e Alexander Vencel lo Slovan Bratislava supera in finale il Barcellona e solleva al cielo la Coppa delle Coppe. E’ il 21 Maggio 1969. E’ il momento più alto della storia della compagine slovacca (allora ancora cecoslovacca) fondata nel lontano 1919. Nata in un cafè di Bratislava grazie ad un intuizione di Richard Brunner, lo Sportovy Kub Slovan Bratislava nel corso dei suoi quasi cento anni di storia non ha mai perso l’occasione di rimpinguare il proprio bottino di titoli. Anche quando faceva parte della Cecoslovacchia, la squadra ha saputo farsi rispettare conquistando tredici titoli nazionali tra campionati e coppe. Di tutto rispetto anche il pedigree oltre i confini nazionali: oltre la Coppa delle Coppe, la squadra slovacca può annoverare nella propria bacheca dieci affermazioni nella Coppa Piano Karl Rappan, trofeo considerato l’antesignano dell’Intertoto.

I PRECEDENTI – Se si eccettua la gara dell’andata, quella del San Paolo sarà la prima assoluta tra Napoli e Slovan Bratislava. Non solo, gli azzurri non hanno mai affrontato compagini slovacche nel corso della propria pluridecennale esperienza europea. I Belasi, letteralmente gli azzurri invece hanno incrociato i destini già diverse volte in passato con squadre del Bel Paese: con il Torino nell’edizione della Coppa delle Coppe dell’1968/69, poi vinta dagli slovacchi, con l’Inter quattordici anni più tardi nei sedicesimi di finale della stessa manifestazione, con il Milan nella Champions League 1992/1993 e con la Roma nel play-off di Europa League 2011. Nelle competizioni non poste sotto l’egida della Uefa invece gli slovacchi hanno trovato sul proprio cammino Bologna e Pescara, rispettivamente nelle edizioni della Mitropa Cup 1962 e 1987/88. Nel corso delle numerose trasferte italiane soltanto una volta i Belasi hanno ottenuto i tre punti sul suolo italiano, successe con il Toro nel 1969.

ROSA – Non particolarmente eccelsa a livello tecnico. Vincitore di due titoli slovacchi consecutivi, lo Slovan Bratislava non gode della stessa aura reverenziale al di fuori dei confini nazionali.  Probabilmente la Cenerentola del girone I, come testimoniano gli zero punti racimolati finora nel girone, i bianconeri della capitale navigano lontani dalle posizioni di vertice anche in  campionato. A dispetto del passato i campioni di Slovacchia stentano anche nella competizione nazionale, sono infatti quinti in graduatoria a dodici lunghezze di distanza dallo Zilina capolista. Il mercato dal canto suo non ha riservato grossi colpi, se non quello del centrocampista Richard Lasik. Difficile trovare picchi di qualità nelle rosa a disposizione del tecnico Frantisek Straka; tuttavia il veleno si annida nella coda e nei piedi di quel Robert Vittek capace di estromettere con una sua doppietta la Nazionale di Lippi alla kermesse iridata di quattro anni fa.

 

PORTIERI: Dusan MARTIN, Martin POLACEK.DIFENSORI: Nicolas Ezequiel GOROSITO, Branislav NINAJ, David HUDAK, Tomas JABLONSKY, Kristian KOLCAK, Milos JOSIMOV, Martin VRABLEC, Mamadou BAGAYOKO, Richard LASIK, Erik CIKOS. CENTROCAMPISTI: Erik GRENDEL, Samuel STEFANIK, Igor ZOFCAK, Viktor MIKLOS, Marko MILINKOVIC, Filip HLOHOVSKY, Seydouba SOUMAH. ATTACCANTI: Lester PELTIER, Karol MESZAROS, Robert VITTEK, Pavel FORT, Juraj HALENAR.

 

L’UOMO CHIAVE – Con l’ariete Vittek acciaccato e reduce da infortunio, le insidie per il Napoli potrebbero venire dalla maggiore  freschezza atletica degli avversari. Molti sono i giovani da tenere d’occhio tra le fila dei bianconeri. Uno di questi è sicuramente il sopracitato Lasik. Paragonato a Marek Hamsik per le movenze e lo stilema calcistico, il classe 92′ proveniente dal Brescia è un giocatore molto eclettico. In possesso di una discreta tecnica Lasik può giocare indifferentemente da interno o esterno di centrocampo. Un altro elemento in grado di spostare gli equilibri è Marco Milinkovic. Dotato di un repentino cambio di direzione, il classe 88′ può essere una spina nel fianco, specie se i laterali azzurri non saranno attenti e concentrati nello scalare le posizioni.

 

Lacerenza Vincenzo (twitter@vinlacer7)

 

 

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