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L’EDITORIALE – Gli abbagli di Benitez e l’imbarazzo della difesa: il Napoli balla vedendo le stelle

 

Cinque minuti, come vengono a tanti, che cambiano tutto.
Il Napoli è dei napoletani, e come i napoletani si comporta.
“Quello che non si fa in un anno, si fa in un’ora”. Anzi, in cinque minuti.
Quelli che vanno dal minuto 67 al minuto 72. Il gol di Duvàn Zapata, che arriva così in alto da sfiorare il tetto del San Paolo, il piattone di De Guzman che ormai a segnare c’ha preso gusto.
È un 2-2 che non va bene a nessuno e che lascia l’amaro in bocca.

 

BALLANDO VEDENDO LE STELLE – Quella vista settimanalmente al San Paolo o in trasferta è la riedizione del famoso programma che va sulla prima rete nazionale; da “Ballando con le stelle” a “Ballando vedendo le stelle”.
La difesa azzurra è praticamente inesistente: sul gol di Verdi l’errore è imbarazzante, il raddoppio è l’emblema dell’impreparazione dei suoi interpreti.
Ancora due gol subiti in casa, dopo i tre presi dal Cagliari o dal Palermo. Il ruolino è imbarazzante, un po’ come la fase difensiva.
Persino Torino e Chievo, rispettivamente sedicesima e diciottesima in graduatoria, hanno subito meno gol.
La soluzione passa dalle decisioni del tecnico, ma soprattutto da un cambiamento tattico che però dall’orizzonte non sembra arrivare.

 

GLI ABBAGLI DI BENITEZ – A preoccupare, ancor di più, potrebbero essere le parole di Benitez nel post gara: “Abbiamo perso la testa dopo il gol, è vero, non abbiamo fatto quel che avevamo preparato, però per i primi 20′ avevamo interpretato bene il match, arrivando anche al tiro sei o sette volte”.
Un’affermazione che, con tutto l’amore platonico provato per il tecnico di Madrid, ci sembra quantomeno eufemistica.
Il Napoli visto all’opera nei primi venti minuti di gioco non c’era sembrato arrembante, né pericoloso più di tanto.
Due tiri dal limite erano stati murati, un cross di Callejòn aveva attraversato l’area senza essere raccolto da alcun giocatore.
Stop. Delle altre conclusioni immaginate dal mister nessuna traccia.
L’assenza di Insigne spaventa, perché il Napoli dalla trequarti in su comincia a stentare e allora vien giù il castello di carte azzurro.
“Se segni un gol in più dell’avversario te ne freghi dei gol subiti”, direbbe Zeman.
Ma se l’attacco comincia ad essere peggio della difesa, come la mettiamo?

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

Gennaro Arpaia

Iscritto alla facolta di Giurisprudenza della Federico II Napoli. Giornalista pubblicista iscritto all'albo da giugno 2013.

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