Per essere protagonista di una partita di calcio senza neanche scendere in campo servono alcune qualità specifiche.
E loro le anno.
Sampdoria-Napoli sarà Okaka contro Higuain, Eder contro Callejòn e Gabbiadini contro Hamsik, ma un posto speciale o troveranno anche loro: Massimo Ferrero e Aurelio De Laurentiis.
Proprietari, primi attori e innovatori di un calcio italiano sempre più lontano dalle dirigenze di vent’anni fa.
Vengono dal cinema entrambi, ed entrambi fanno del calcio un cinema: sempre pronti alla battuta, sempre pronti ad essere primi attori, sempre pronti a vivere il calcio con amore e passione.
IL CINEMA DEL VIPERETTA – Non è arrivato alla Samp in punta di piedi. Anzi. L’arrivo di Ferrero a Genova la scorsa estate s’è fatto sentire.
Subito protagonista nel rilevare la società e farsi conoscere dai tifosi. La piazza blucerchiata l’ha guardato con sospetto, com’era giusto che fosse; nessuna esperienza nel calcio e un passato con qualche scheletro nell’armadio.
E nel calcio moderno nessuno scheletro nell’armadio è concesso.
Il feeling con Mihajlović, invece, è scattato sin da subito; passionale il nuovo presidente, così come il suo allenatore, che al cuore aggiunge anche tanta sagacia e saggezza tattica. E poi quella Sampdoria che è finalmente una bella squadra, gioca bene e organizzata, spinge sull’acceleratore in avvio di stagione e ora è lì, in zona europea.
Ferrero, Er Viperetta, da illogico imprenditore romano s’è trasformato in genio del calcio con le manie di protagonismo.
Il Tapiro di Striscia l’ha già vinto due volte, ma i tifosi sperano in trofei d’altro tipo.
IL CINEMA DI ADL – Di soprannomi a De Laurentiis ne sono stati dati tanti in questi anni. Alcuni troppo cattivi, forse, altri che non superano la soglia dell’ironia.
Ormai sono passati dieci anni dal suo arrivo nel calcio, ma chi meglio di lui può conoscere l’attuale situazione di Ferrero?
Una sola differenza: ADL ha preso il Napoli in Serie C, crescendo con la squadra e arrivando al secondo posto in massima serie, passando per Champions League, Europa League e due Coppe Italia vinte.
Ferrero, invece, è stato subito gettato nel calcio che conta, ed ha risposto alla grande fino ad oggi.
Personalità simili per certi versi: fare del calcio uno spettacolo, e diventarne parte, era una frontiera ancora troppo sconosciuta nel nostro Paese.
Diverse per altri: le migliori interpretazioni di ADL hanno un timing specifico, mentre Ferrero avrebbe bisogno di una telecamere puntata per 24 ore al giorno.
Comunque andrà al Ferraris sarà spettacolo: in campo, di certo, in tribuna altrettanto.
Fateli sedere uno accanto all’altro. Ci divertiremo solo a guardarli.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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