LA STORIA – Da Nejedly a Skuhravy: tutta la storia dello Sparta Praga e i precedenti con gli azzurri

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LA STORIA – Al dottor Petnik piacevano i colori sgargianti. Affascinato dal rosso rutilante delle casacche dell’Arsenal decise di vestire con quella’accesa tonalità cromatica anche i suoi calciatori. Era il 1906 e da quel momento lo Sparta Praga avrebbe indossato la tradizionale uniforme rossa, poi col tempo inclinatasi sempre più verso il bordeaux.

 

 

Fondato nel 1893, lo Sparta è la squadra più titolata della Repubblica Ceca: ben 35 scudetti e 15 coppe nazionali. Molte le partecipazioni alle coppe ufficiali Uefa, ma i granata vantano anche dei successi nelle coppe non riconosciute dal massimo organismo calcistico continentale: tre Mitropa Cup e altrettante coppe Piano Karl Rappan. I primi successi arrivano appena dopo la conclusione della seconda guerra mondiale. La chiameranno “Iron Sparta”, letteralmente “Sparta di Ferro“. Trascinata da gente del calibro di Peyer, Hochmamn e sopratutto dal bomber dei mondiali italiani del 1934 Nejedly,  i moravi  riusciranno a conquistare due Mitropa Cup.

 

 

La prima sollevata al cielo dopo aver superato nella doppia finale gli austriaci del Rapid Vienna (6-2) (1-2), la seconda messa in bacheca nel 1935, dopo averla soffiata nel doppio epilogo agli ungheresi del Ferencvaros. La Seconda Guerra Mondiale ed i continui e reiterati cambi di nome imposti dal regime socialista, minarono gli equilibri della squadra, capace di vincere in quegli anni soltanto un titolo nel 1954. A portare nuova linfa  negli anni ’60 fu Andrej Kvasnak. Il centrocampista di Kosice formava insieme a Jiry Tichy e Vaclav Masek, un trio delle meraviglie che porterà il sodalizio capitolino alla conquista della terza Mitropa Cup nel 1964. Non solo, il trio protagonista anche del prestigioso secondo posto della Cecoslovacchia ai mondiali cileni del ’62, contribuirà ai successi in patria del 1964-65 e del 1966-67.

 

 

Subita anche l’onta della prima retrocessione, avvenuta nel 1975, la squadra torna a splendere negli anni ’80: vince infatti cinque titoli nazionali in sette anni. Basti pensare che nove giocatori dello Sparta Praga (Stejskal, Straka, Hašek, Chovanec, Bilek, Skuhravý, Nemecek, Bielik, Griga) fecero parte della spedizione cecoslovacca a Italia ’90. Nonostante molti di essi partitono verso altri lidi, anche dopo la formazione della Gambirinus Liga nel 1993, la squadra ha mantenuto ben salde le redini a livello nazionale, facendosi rispettare anche sui palcoscenici continentali. Come nella stagione 1991-92, quando all’esordio assoluto in Coppa dei Campioni condannò all’eliminazione Rangers Glasgow e Olympique Marsiglia, prima di abbandonare a testa alta la competizione, giungendo alle spalle del Barcellona nel gironcino di semifinale, riuscendo comunque a mettersi dietro compagini del calibro di Benfica e Dinamo Kiev.

 

 

 

I PRECEDENTI – Non esistono confronti ufficiali tra le due squadre, tuttavia non sarà la prima volta del Napoli in Repubblica Ceca. Molto recente l’ultimo precedente in terra ceca. Viktoria Plzen e Napoli si ritrovano di fronte nei sedicesimi di finale di Europa League 2012/13. Al San Paolo i cechi si  impongono a sorpresa con un perentorio 0-3 frutto delle reti di Darida, Rajtoral e Tecl. Al ritorno a Plzen non si materializzerà l’impresa, anzi il Napoli soccomberà nuovamente: Kovarik e il solito Tecl firmeranno il definitivo 2-0 finale.

 

 

Più datato invece l’altro incontro tra partenopei e compagini ceche, allora cecoslovacche. Coppa Uefa 1974/75: Napoli e Banik Ostrava incrociano i rispettivi destini negli ottavi di finale. Gli azzurri sono arrivati fin li superando gli ungheresi del Videoton (3-1 aggregato) nei trentaduesimi e i portoghesi del Porto (2-0 aggregato) nei sedicesimi. Dal canto loro i cecoslovacchi hanno strapazzato gli spagnoli della Real Sociedad (5-0 aggregato), per poi avere ragione dei francesi del Nantes (2-1 aggregato). E’ il Napoli di Vinicio in panchina, e dei vari Burgnich, Bruscolotti, Juliano e Braglia in campo. Al San Paolo la gara si decide nel finale. E non come vorrebbero gli azzurri: prima Milan Albrecth al’81’ e poi Josef Kolecko condannano gli azzurri alla sconfitta davanti al proprio pubblico. Non tutto è perduto però, c’è pur sempre un ritorno da giocare. In Moravia-Slesia Ferradini illuderà gli azzurri, poi toccherà a Slany far scorrere i titoli di coda sull’avventura del Napoli in quell’edizione della Coppa Uefa.

 

 

LA ROSA ATTUALE – Non all’altezza del passato. Tornato a  vincere il campionato, interrompendo il monopolio del Viktoria Plzen, lo Sparta Praga non si è reso  protagonista di una faraonica campagna acquisti. Anzi tutt’altro. In estate sono partiti alcuni protagonisti della cavalcata trionfale dello scorso anno tra cui il portiere Tomas Vaclik, finito al Basilea per due milioni di euro. In entrata la dirigenza ha pensato ad irrobustire il reparto difensivo con gli acquisti mirati dell’esperto Radoslav Kovac e dell’affidabile centrale  Kamil Vacek dal Chievo. Il vero colpo dei granata è stato però trattenere a Praga il talentuoso trequartista Josef Husbauer, a lungo corteggiato anche dal Cagliari di Zeman. Cifra tecnica non elevata, le insidie sono nascoste nel reparto avanzato, dove gli esterni e l’esperto centravanti David Lafata sono giocatori a cui riservare le giuste attenzioni.

 

 

PORTIERI: David BICIK, Marek STECH.
DIFENSORI: Mario HOLEK, Jakub BRABEC, Ondrei SVEJDIK, Radoslav KOVAC, Costa NHAMOINESU, Manuel PAMIC, Pavel KADERABECK.

CENTROCAMPISTI: Lucas VACHA, Kamil VACEK, Josef HUSBAUER, Lukas MARECEK, Marek MATEJOVSKY, Tiemoko KONATE‘, Ladislav KREICI, Michal BREZNANIK.

ATTACCANTI: Borek DOCKAL, Tomas PRIKRIL,David LAFATA, Martin NESPOR, Roman BEDNAR, Lukas JULIS, Patrik SCHICK.

Allenatore:  Viteslav LAVICKA.

 

 

A cura di Vincenzo Lacerenza (twitter: @vinlacer7)

 

 

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