Aurelio, Luigi e i giovani d’oggi. Napoli merita altro di un film in bianco e nero

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Avete presente quelle storie che nascono male, tra litigi e urla, e dunque si sa che finiranno in tragedia? Ecco tra De Magistris e De Laurentiis tutti sapevano che non sarebbe durata, probabilmente anche loro, i quali, tra sorrisi e foto di rito, hanno provato a tirarla per le lunghe il più possibile, ma alla fine la bomba doveva esplodere. Nessun matrimonio ma tanti figli illegittimi, milioni sparsi per il mondo, che di queste schermaglie soffrono.

 

Il Napoli studia da grande squadra, lotta sul campo e sul mercato Napoli, e lo scorso anno ha fatto un netto passo in avanti sotto l’aspetto del profilo europeo. Ha fatto spese in casa Real e portato in panchina Benitez, uno dei tecnici più titolati al mondo. Non male per dare inizio a un nuovo corso, ma per arrivare alle stelle occorrono basi solide e al Napoli di De Laurentiis mancano da sempre.

 

Per poter giocare a calcio in maniera competitiva servono necessariamente le strutture. Solo in seguito si potrà pensare ai calciatori. Questo semplice messaggio però pare destinato a restare inascoltato. A Napoli tutto è più difficile, perché qui si fa della disorganizzazione una religione, e della tutela dei propri tornaconti un mantra.

 

È con clima quasi sereno dunque che si apprende dell’ennesima “lite” tra il sindaco di Napoli e il presidente del Napoli. Con la calma insomma di chi sapeva da tempo che un nuovo San Paolo è impossibile per mille e più ragioni.

 

I bluff di De Laurentiis sono stati tutti visti e battuti. Uno stadio lontano da Napoli avrebbe fatto di certo discutere, ma alla fine ci si sarebbe abituati (Come Napoli fa con tutto), soprattutto se l’impianto fosse stato all’altezza del club. Al San Paolo tutti avrebbero lasciato un pezzo di cuore, ma chi c’è stato più di una volta nella vita avrebbe presto o tardi apprezzato la comodità di un impianto all’avanguardia.

 

Tutto un bluff però, come detto, e De Laurentiis resta a Fuorigrotta, dove De Magistris resta ancora al San Paolo, nella speranza di futuri introiti. Il Comune non può sostenere l’impianto, nonostante le dichiarazioni di facciata, ma non deciderà mai di tagliare questo cordone ombelicale.

 

Napoli però merita di meglio. Non può e non deve assistere a litigi su concerti fissati ma non concordati, o su spese dovute ma non gradite. Se è vero che Napoli spesso si rifugia nel suo passato, qui si sta toccando il fondo, retrocedendo addirittura al bianco e nero, come in una versione alternativa di Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi.

 

 

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