“Il problema non è rinnovare o meno, ma condividere la giusta strada, e non è affatto un problema di soldi o investimenti.
Occorre operare in modo tale da capire se potremmo vincere qualcosa.
E poi ho mia moglie e le mie figlie a Liverpool; non è facile stare lontani, e per me è la prima volta. De Laurentiis sa bene quanto sia importante il valore della famiglia”.
Basterebbe questo semplice passo per capire Rafa Benitez.
Il Benitez uomo, quello che va oltre la panchina, che si siede a tavola con moglie e figlie, che smette di pensare al pallone perché il pallone un giorno finirà, la vita andrà avanti.
Quella rilasciata alla Gazzetta dello Sport è un’intervista che lascia parecchi spunti; spunti da analizzare, su cui riflettere, da cui estrapolare quello che sarà il futuro non tanto prossimo del Napoli.
LO STESSO PERCORSO – Per Benitez il lavoro è tutto, ma è tutto solo se finalizzato all’unico obiettivo possibile: la vittoria.
Questo Napoli la vittoria l’ha conosciuta solo nella coppa nazionale, e non è male, ma quanti margini di crescita ancora ci sono per altri obiettivi?
Lo scudetto è lì, alla portata, ma sembra sempre lontano anni luce; in estate è vicino quanto un cane al proprio osso, in primavera lontano quanto due innamorati che hanno appena chiuso la loro storia.
Due rette parallele, che ovviamente non s’incontrano.
E Napoli e Benitez sono proprio come due innamorati: entrambi si vogliono, entrambi si amano, entrambi condividerebbero ad occhi chiusi il futuro con l’altro.
Come nelle migliori storie, però, l’amore non è tutto, e non basta; e non basta neanche la devozione che il popolo azzurro ha da ormai due anni nei confronti dello spagnolo.
Mai come stavolta, l’amore passionale ha bisogno di un Fra’ Cristoforo che spinga il carro, mentre De Laurentiis si traveste da Don Abbondio e aspetta il responso dell’Innominato.
IL NAPOLI A LIVERPOOL – Una soluzione? C’è.
Benitez serve al Napoli come ai napoletani serve il pane a tavola alla domenica.
Mangiare il ragù senza, non sarebbe la stessa cosa.
Se ce ne sarà bisogno, caro Rafa, porta qui la tua famiglia, lascia il grigiore dell’efficiente Liverpool e portale in vacanza nella calda, accogliente e sempre incasinata Napoli.
Se non puoi, siamo disposti a fare il contrario: portati Napoli a Liverpool, fanne un gemellaggio, sapremo parlare un anglonapoletano che nessuno ha mai ascoltato prima.
Rendici partecipi delle tue volontà, dei tuoi obiettivi, perché il futuro del Napoli passa dalle tue mani e il tuo da quel che farai a Napoli.
Il 2016 e la panchina della nazionale sono ancora lontani, al Real lasciaci Carletto, orgoglio nazionale, e vesti i panni di condottiero azzurro ancora una volta.
“L’importante è creare una base per poter vincere anno dopo anno e migliorare sempre”.
È vero, Rafa, ma ne saremo capaci anche dopo di te?
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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