SHOWTIME – Viva Rafa, abbasso Rafa. Il carro dei vincenti è sempre stracolmo

Nel 2000 arriva nelle sale una commedia romantica dal gusto amaro, Chocolat, del regista svedese Hallstram. Nel cast c’è anche Johnny Depp che, strano a dirsi, non ricopre il ruolo di protagonista, restando anzi per svariati minuti lontano dalla telecamera. Al centro della trama c’è Vianne, raccontata dalla voce di sua figlia Anouk. Vianne è una donna rocciosa e indipendente, dura con tutti, come insegnatole da sua madre, tranne amici e clienti. Sì clienti, perché Vianne è un’incredibile pasticciera che, guidata dal vento del nord, porta la sua squisita cioccolata di paese in paese, lasciandosi tutto alle spalle, anche il padre di Anouk, fino ad arrivare a Lansquenet-sous-Tannes.

Piccolo paese, vecchie tradizioni e gerarchie e classici sensi di colpa cattolici, tali da divorare un uomo grande e grosso a caccia d’amore, sesso o cioccolata. La vita non è affatto facile per la “diversa” Vianne, che però continua a non dare ascolto a nessuno, rompe ogni schema le venga imposto e infine porta dalla sua parte ogni membro della piccola comunità (o quasi), decidendo però di ignorare il vento, mettendo finalmente radici, almeno per un po’.

Seppur probabilmente guidato da un vento tutt’altro che nordico, sulla panchina del Napoli siede indiscutibilmente un tecnico viaggiatore. Così come per Vianne, il suo aspetto esteriore può ingannare, nascondendo un carattere forte e deciso. Fin dai primi giorni a Napoli ha preso in mano ogni aspetto della gestione, eccezion fatta per il mercato Napoli, nel quale comunque è intervenuto in maniera concreta, lavorando a stretto contatto con Bigon.

Il suo gioco ha fatto impazzire tutti, quasi fosse dello squisito cioccolato fondente, eppure non sono mancate le critiche. Nonostante una Coppa Italia, un’ottima Champions, seppur sfortunata, e un campionato concluso al terzo posto, la sua difesa è stata fatta a pezzi da media e non solo e il suo centrocampo ridicolizzato da molti a causa della mancanza di un terzo elemento. Il solo attacco è riuscito a scampare alle critiche, eccezion fatta per il martoriato Insigne, ma si è arrivati anche a questo, a partire dall’inizio di questa stagione.

Rafa però ha continuato per la propria strada, conscio delle esperienze vissute nei tanti anni di viaggi. Nessuno potrà mai dirgli come gestire una squadra, e il tempo finalmente gli ha dato ragione. Il terzo posto è stato raggiunto e ora gli azzurri vi si trovano in solitaria. Il filotto di vittorie riuscirà a breve a riportare al San Paolo i tifosi ormai dati per dispersi, ma soprattutto in città e sul web è molto più raro ascoltare attacchi alla sua persona.

Nessuno ha ritrattato nulla sia chiaro. Sul web, che tutto conserva, è ancora possibile leggere messaggi da vero tifoso ottuso scritti da noti giornalisti. Si è semplicemente passati, come se nulla fosse, a esaltare “questo” Napoli, come se fosse una squadra differente. Ecco sia chiaro. Il Napoli di Benitez è rimasto il Napoli di Benitez, contro il Chievo o la Roma, con l’unica differenza che la sfera ha iniziato a rotolare al di là della linea una volta calciata da un calciatore azzurro.

Una cultura differente crea sempre un po’ di scompiglio tra chi crede di non dover imparare più nulla nella vita, ma almeno nel film a Vianne è concesso un lieto fine. Nessuno sa invece come andranno le cose nella realtà, anche se ora che il Napoli è tornato a essere esaltato da chiunque, sarà molto più difficile scendere dal carro dei vincenti al primo eventuale stop senza fare ulteriormente la figura degli ipocriti.

di Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)